Bellucci (Fdi): il governo sostiene la comunità Sla attraverso riforme dedicate

Intitolato il Centro Clinico Nemo Adulti a Roma, il viceministro Bellucci sottolinea l’importanza di rispondere ai bisogni dei pazienti e delle loro famiglie durante la cerimonia.

Alla cerimonia di intitolazione del Centro Clinico Nemo Adulti, avvenuta il 30 aprile 2025 presso il Policlinico Gemelli di Roma, si è celebrato il riconoscimento della Beata Armida Barelli, figura di spicco e cofondatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, scomparsa nel 1952 a causa della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). Durante l’evento, il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, ha sottolineato l’importanza di rispondere ai bisogni dei pazienti e delle loro famiglie, evidenziando i progressi compiuti dal governo, ma riconoscendo che c’è ancora molto da fare.

Un impegno costante per la dignità dei pazienti

Maria Teresa Bellucci ha espresso la sua gratitudine verso tutti coloro che, ogni giorno, contribuiscono a migliorare la qualità della vita di chi affronta malattie gravi. Ha ringraziato gli operatori sociosanitari, i medici, gli infermieri e i volontari, in particolare quelli dell’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (AISLA), per il loro instancabile supporto. “Il Governo è qui per esprimere la propria gratitudine e ringraziare tutti coloro che alimentano la speranza di una vita fatta di dignità“, ha dichiarato Bellucci. Ha inoltre evidenziato che, sebbene siano stati attuati importanti cambiamenti, come le riforme per le persone con disabilità e per il Terzo Settore, c’è ancora molto da fare per garantire un’assistenza adeguata.

Riforme strategiche per un sistema integrato

Bellucci ha delineato le riforme strategiche messe in atto dal governo, sottolineando l’importanza di un approccio che metta al centro l’individuo e i suoi bisogni. Ha rimarcato la necessità di un’integrazione sociosanitaria che in Italia è stata a lungo una chimera, affermando che è fondamentale costruire un sistema di servizi che non solo risponda ai bisogni dei pazienti, ma che li coinvolga attivamente nel processo. “Non possiamo trattare chi vive una fase di sofferenza come parte della ‘cultura dello scarto’, come ha detto Papa Francesco“, ha aggiunto.

La cerimonia ha rappresentato non solo un momento di commemorazione, ma anche un’occasione per riflettere sui progressi e le sfide che il sistema sanitario italiano deve affrontare per garantire un’assistenza adeguata a tutti i cittadini, in particolare a coloro che si trovano in situazioni di fragilità.

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