La cerimonia di intitolazione del Centro Clinico Nemo di Roma alla beata Armida Barelli, avvenuta il 30 aprile 2025 presso il Policlinico Gemelli, ha rappresentato un momento di grande significato e commozione. Fulvia Massimelli, presidente dell’AISLA, ha sottolineato l’importanza delle relazioni umane, anche in presenza di malattie come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), evidenziando come Barelli abbia saputo creare legami significativi nonostante le difficoltà.
Un centro dedicato alla cura e al supporto
Il Centro Clinico Nemo, dedicato alla beata Armida Barelli, è concepito come un luogo di accoglienza e supporto per le persone affette da SLA. Massimelli ha affermato che questo centro non si limita a fornire cure mediche, ma si impegna anche ad ascoltare e a garantire che nessuno si senta abbandonato. La figura di Barelli, cofondatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e scomparsa nel 1952 a causa della SLA, è un simbolo di resilienza e determinazione. La presidente ha evidenziato come il centro rappresenti un esempio concreto di come le persone possano unirsi per affrontare le sfide della malattia, creando una comunità solida e solidale.
Il messaggio di Papa Francesco
Il 30 aprile, Massimelli ha ricordato anche l’importante messaggio di Papa Francesco, che durante la Giornata Nazionale dedicata alla SLA, tenutasi a settembre, ha reso omaggio ai volontari dell’AISLA. Il Papa ha riconosciuto il valore del loro operato e la loro dedizione verso le persone più vulnerabili. In un recente ricovero al Policlinico Gemelli, il Pontefice ha ricevuto una lettera di sostegno dai pazienti del Centro Nemo, ricevendo in cambio una risposta affettuosa, datata 25 marzo. Questo scambio ha ulteriormente rafforzato il legame tra la comunità del centro e il Santo Padre, sottolineando l’importanza del supporto reciproco.
Un tributo alla libertà e alla determinazione
Giuseppe Fioroni, vicepresidente dell’Istituto Toniolo, ha descritto Armida Barelli come un’icona di libertà e determinazione. Fioroni ha ricordato il percorso di vita di Barelli, che ha scelto di intraprendere studi universitari e di impegnarsi nel sociale, piuttosto che seguire le aspettative tradizionali del suo tempo. La sua lotta contro la malattia, che alla fine le è costata la vita, è un motivo per cui il Centro Nemo è stato dedicato a lei, come centro d’eccellenza per la cura della SLA. L’approccio multidisciplinare adottato dal centro, secondo Fioroni, non solo migliora la qualità della vita dei pazienti, ma rappresenta anche un segno di speranza per il futuro della ricerca e delle cure.
Il Centro Clinico Nemo di Roma, con la sua intitolazione alla beata Armida Barelli, si erge come un faro di speranza e solidarietà per tutti coloro che affrontano la SLA, testimoniando l’importanza delle relazioni e del supporto comunitario nella lotta contro la malattia.
