Il ricorso alla **chirurgia plastica** per migliorare l’**autopercezione** del **corpo** non si limita a benefici **estetici**, ma sembra avere effetti positivi anche sulla **salute mentale**. Questa affermazione si basa su uno **studio** condotto presso l’**Ospedale San Carlo di Nancy** a **Roma**, sotto la direzione del **dottor Damiano Tambasco**. La **ricerca**, pubblicata nel maggio 2025 sulla rivista Plastic and Reconstructive Surgery Journal, ha messo in evidenza una **correlazione** tra l’intervento di **lipoaddominoplastica** e una significativa diminuzione dell’assunzione di **benzodiazepine**, farmaci comunemente utilizzati per affrontare disturbi come **ansia**, **depressione** e **insonnia**.
La ricerca e i suoi risultati
Lo **studio** ha coinvolto **adulti** di età compresa tra 18 e 65 anni, tutti con diagnosi di **depressione** o disturbi d’**ansia**. I **pazienti** sono stati sottoposti a interventi di **lipoaddominoplastica** e correzione della **diastasi** dei **retti**, eseguiti secondo la tecnica **Saldanha**, che prevede anche la **liposuzione** per un rimodellamento addominale ottimale. Durante il follow-up postoperatorio, avvenuto sei mesi dopo l’intervento, è emerso che il numero di **pazienti** che continuava ad assumere **benzodiazepine** era diminuito del 17%. Tra questi, il 61% ha ridotto il dosaggio, mentre il 20% ha smesso completamente di assumerli.
Il **dottor Tambasco** ha sottolineato che, sebbene la maggior parte degli **studi** precedenti si sia concentrata sugli effetti positivi sulla **percezione** di sé e sull’**autostima** dopo le procedure **estetiche**, pochi si sono occupati delle **implicazioni farmacologiche**. Questa **ricerca** si propone di colmare questa lacuna, fornendo dati quantitativi sull’uso di **benzodiazepine** prima e dopo l’intervento.
Implicazioni della diastasi addominale
La **diastasi addominale** rappresenta una condizione in cui i **muscoli retti** dell’**addome** si separano, creando una zona di debolezza che altera il profilo della **parete addominale**. In **Italia**, circa il 30% delle **donne** che partoriscono sviluppano questa condizione, con oltre 100.000 nuovi casi ogni anno. Non si tratta solo di un problema **estetico**, ma di una situazione che può portare a deficit funzionali significativi, come **incontinenza urinaria** e **lombalgia**, influenzando negativamente la **qualità della vita** delle **pazienti**.
Il **dottor Tambasco** ha evidenziato come i risultati dello **studio** possano fornire prove concrete del fatto che la **chirurgia estetica**, e in particolare la **lipoaddominoplastica**, possa ridurre la necessità di **benzodiazepine**. Questo potrebbe rappresentare un’alternativa per gestire disturbi di **salute mentale** complessi. È evidente che i miglioramenti **fisici** ottenuti attraverso l’intervento possano contribuire a una migliore **immagine corporea**, portando a una diminuzione dei livelli di **ansia** e **depressione**.
Collaborazione tra professionisti della salute
Secondo **Tambasco**, è fondamentale che **chirurghi** e **professionisti della salute mentale** collaborino per valutare i potenziali benefici psicologici delle procedure di **chirurgia estetica**. È importante garantire valutazioni psicologiche complete prima dell’intervento e un adeguato supporto postoperatorio. La sinergia tra i diversi ambiti della **medicina** può offrire nuove prospettive per il trattamento di **disturbi mentali** e per migliorare la **qualità della vita** dei **pazienti**.
Il **dottor Damiano Tambasco** sarà protagonista della nuova serie Il mio amico bisturi: confidenze intime, che andrà in onda su **Real Time** a partire dal 22 maggio 2025. La serie esplorerà come la **chirurgia plastica** possa affrontare problemi e disagi profondi in modo etico, contribuendo a una maggiore consapevolezza sui legami tra interventi **estetici** e **salute mentale**.
