La presidente della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI), Elena Bignami, ha recentemente espresso preoccupazioni riguardo alla qualità della formazione medica in seguito all’approvazione della riforma dell’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Medicina Veterinaria. Questo annuncio è avvenuto il 18 marzo 2025, e ha sollevato un dibattito significativo sull’impatto di tale riforma sull’istruzione dei futuri professionisti della salute.
La riforma dell’accesso ai corsi di laurea
La SIAARTI ha accolto con favore l’approvazione della riforma, sottolineando l’importanza di un’attività di orientamento nelle scuole secondarie superiori. Questo aspetto è considerato cruciale per avvicinare gli studenti alle discipline sanitarie e per promuovere la consapevolezza riguardo alla rilevanza delle specialità mediche. La presidente Bignami ha dichiarato che l’orientamento rappresenta un’opportunità per sensibilizzare i giovani sulla necessità di sviluppare una vocazione verso specializzazioni come l’Anestesia e la Rianimazione, che sono vitali per il sistema sanitario e per la gestione delle emergenze.
Tuttavia, la SIAARTI ha anche evidenziato la necessità di garantire una didattica di alta qualità. Con l’aumento del numero di studenti ammessi, ci sono timori che la qualità dell’insegnamento e della formazione pratica possa risentirne. “Numeri così elevati rischiano di compromettere la qualità della didattica frontale e della formazione pratica nei tirocini“, ha affermato Bignami, evidenziando la preoccupazione che questa situazione possa influire negativamente sulla preparazione dei futuri <strong medici e specialisti.
Le preoccupazioni sulla qualità della formazione
In aggiunta alle preoccupazioni riguardo alla didattica, la presidente della SIAARTI ha messo in guardia sulle implicazioni della riforma in relazione al ‘Decreto Calabria‘. Questo decreto consente ai medici specializzandi di partecipare ai concorsi per le assunzioni nelle aziende sanitarie già dal secondo anno di corso. Bignami ha avvertito che, senza un’adeguata attenzione alla qualità della formazione, i giovani medici potrebbero trovarsi a dover affrontare un mercato del lavoro caratterizzato da una carenza di organico, riducendo così gli anni di formazione effettiva e compromettendo le loro competenze.
La presidente ha sottolineato che questa situazione potrebbe avere ripercussioni negative sulla qualità dell’assistenza sanitaria, in particolare nelle discipline ad alta complessità come l’Anestesia e la Rianimazione. La SIAARTI ha quindi sollecitato una riflessione più ampia sulla durata del percorso formativo in Medicina e Chirurgia e sulla specializzazione.
Proposte per un percorso formativo più efficace
Elena Bignami ha suggerito un possibile modello di riforma che prevede un corso di laurea in Medicina ridotto a quattro anni, seguito da un percorso di specializzazione di altri quattro anni. I primi due anni di specializzazione sarebbero senza possibilità di assunzione, mentre gli ultimi due consentirebbero una crescente autonomia professionale. Questa proposta mira a garantire una formazione più mirata e di qualità, evitando il rischio di formare medici in tempi ridotti con competenze insufficienti.
La SIAARTI ha manifestato la volontà di collaborare con le istituzioni per affrontare queste criticità e per individuare soluzioni che possano garantire un aumento dell’accesso ai corsi di laurea senza compromettere la qualità della formazione. La società scientifica si è dichiarata disponibile a un confronto costruttivo per assicurare che le riforme in atto possano coniugare l’esigenza di formare nuovi professionisti con la necessità di garantire standard elevati nella formazione medica.
