Aceti (Salutequità): “Aumento delle rinunce alle cure per liste d’attesa post-Covid”

Il presidente di Salutequità denuncia l’aumento dei cittadini che rinunciano a cure mediche in Italia a causa delle lunghe liste d’attesa e della comunicazione inefficace tra istituzioni.

Un allarme crescente riguarda il Servizio sanitario nazionale (Ssn) in Italia. Nonostante un aumento delle risorse destinate alla sanità, il numero di cittadini che rinunciano a ricevere cure continua a salire. Questo fenomeno è stato evidenziato da Tonino Aceti, presidente di Salutequità, durante un evento tenutosi il 10 aprile 2025 presso il Palazzo dell’Informazione Adnkronos a Roma.

La denuncia di Aceti si basa su dati forniti dall’Istat, che indicano come il problema delle liste d’attesa sia diventato ancora più grave rispetto ai periodi precedenti alla pandemia. “C’è una disparità tra le risorse investite e la realtà che i cittadini vivono”, ha affermato Aceti. Il presidente ha sottolineato che nonostante gli sforzi, il numero di italiani costretti a rinunciare a cure mediche a causa dei tempi d’attesa inaccettabili è in aumento, segnalando una situazione che richiede un intervento immediato e concreto.

Le liste d’attesa e la comunicazione tra istituzioni

Durante il suo intervento, Aceti ha messo in evidenza le difficoltà di comunicazione tra il ministro della Salute e il presidente della Conferenza delle Regioni. “Il fatto che si comunichino solo tramite lettere su un tema così cruciale per la salute pubblica è un segnale preoccupante”, ha dichiarato. Secondo Aceti, è fondamentale instaurare un dialogo diretto e collaborativo tra Stato e Regioni per affrontare efficacemente la questione delle liste d’attesa.

Il presidente di Salutequità ha anche criticato l’inefficienza nella realizzazione delle norme già esistenti, affermando che la velocità di attuazione è inversamente proporzionale all’urgenza del problema. Le risorse dedicate alle liste d’attesa, ha proseguito, devono essere utilizzate esclusivamente per questo scopo. “Se le Regioni non le impiegano adeguatamente, queste risorse devono diventare indisponibili”, ha affermato Aceti, evidenziando come un approccio più rigoroso possa portare a risultati migliori.

Proposte per un miglioramento della situazione

Aceti ha suggerito che i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) potrebbero rappresentare un’opportunità per migliorare la situazione. Ha citato come esempio il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), che ha imposto condizioni chiare: “O approvate le norme, o i fondi saranno ridotti”. Questa strategia, secondo Aceti, ha già dimostrato di funzionare e dovrebbe essere applicata anche per il problema delle liste d’attesa.

Inoltre, il presidente di Salutequità ha sottolineato l’importanza di rendere i percorsi di garanzia per il superamento dei tempi massimi di attesa reali e immediati. “Devono essere automatici, senza scaricare oneri sui cittadini”, ha affermato. La fiducia dei cittadini nel Servizio sanitario nazionale, ha concluso, dipende fortemente dalla capacità delle istituzioni di fornire risposte tempestive e adeguate alle loro esigenze sanitarie.

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