L’ultimo incontro del ciclo di eventi ‘Let’s Talk About Food & Science’ organizzato dal Gruppo Barilla ha avuto luogo a Milano, il 15 marzo 2025, e ha messo in luce il ruolo fondamentale della pasta nell’alimentazione sportiva. Questo appuntamento ha riunito esperti di nutrizione e atleti per discutere l’importanza dei carboidrati, in particolare della pasta, per le performance sportive, sfatando miti e pregiudizi che persistono anche nel panorama italiano.
Il ruolo storico della pasta nello sport
La pasta ha esordito ufficialmente nel mondo dell’alimentazione sportiva nel 1976, durante le Olimpiadi di Montréal, cambiando radicalmente le abitudini alimentari degli atleti. Oggi, il Comitato Olimpico degli Stati Uniti riconosce che un apporto insufficiente di carboidrati può compromettere le prestazioni. Durante l’incontro milanese, si è discusso di come la pasta continui a essere al centro di dibattiti, spesso influenzati da falsi miti e mode alimentari estreme. In Italia, la pasta e i carboidrati sono frequentemente soggetti a critiche infondate, nonostante la loro comprovata utilità per il benessere atletico.
Nuove evidenze scientifiche
Un recente studio condotto dall’Università di Milano e pubblicato sull’International Journal of Food Sciences and Nutrition ha analizzato il comportamento alimentare di oltre 60 atleti non professionisti. La ricerca ha rivelato un pregiudizio diffuso nei confronti dei carboidrati, spesso considerati responsabili di un aumento di peso. I risultati hanno dimostrato che una dieta mediterranea, che include almeno cinque porzioni di pasta a settimana, è associata a miglioramenti significativi nella forza muscolare e nella composizione corporea. Patrizia Riso, professoressa di Nutrizione Umana, ha spiegato come il gruppo con un apporto maggiore di carboidrati abbia mostrato risultati più favorevoli, con effetti positivi sulla performance atletica.
Linee guida nutrizionali per atleti
La nuova revisione dei LARN (Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti) ha introdotto, per la prima volta, raccomandazioni specifiche per la popolazione sportiva, sottolineando l’importanza di un apporto di carboidrati che varia dal 45% al 60% dell’energia totale. Michelangelo Giampietro, specialista in Medicina dello Sport, ha evidenziato che anche gli sportivi amatoriali dovrebbero consumare più di 2 grammi di carboidrati per chilo di peso corporeo al giorno, preferibilmente da fonti complesse come la pasta. Per gli atleti d’élite, i requisiti possono salire fino a 12 grammi per chilo, a seconda dell’intensità dell’allenamento.
La pasta come alimento funzionale
La pasta si distingue per il suo profilo nutrizionale, fornendo carboidrati complessi, proteine vegetali e minerali essenziali. Elisabetta Bernardi, nutrizionista dell’Università di Bari, ha sottolineato che un piatto di pasta cotta apporta solo 175 kcal, meno di molti contorni considerati leggeri. La pasta non solo offre energia prima dell’attività fisica, ma è cruciale anche per il recupero post-allenamento, contribuendo a ridurre il rischio di infortuni. Bernardi ha paragonato il recupero senza carboidrati a un muratore privo di materiali essenziali per completare il suo lavoro.
Testimonianze di atleti di successo
Numerosi atleti, da Pietro Mennea a Michael Phelps, hanno confermato l’importanza della pasta nella loro dieta. Filippo Magnini, due volte campione del mondo nei 100 metri stile libero, ha condiviso la sua esperienza, spiegando come la pasta fosse una costante nella sua alimentazione, specialmente durante le competizioni. Oggi, come padre e allenatore, Magnini enfatizza il valore della condivisione dei pasti, sottolineando che la cucina rappresenta un momento di gioia e connessione familiare.
La pasta, quindi, non è solo un alimento, ma un simbolo di tradizione e convivialità, capace di unire il piacere del cibo con l’efficacia nutrizionale necessaria per sostenere le performance sportive.
