Amiloidosi: la cardiologa Carigi spiega come gli accumuli proteici colpiscono il cuore

La dottoressa Samuela Carigi discute l’amiloidosi cardiaca, una malattia rara, sottolineando l’importanza della diagnosi precoce e della ricerca per migliorare i trattamenti e la consapevolezza.

Samuela Carigi, cardiologo responsabile dell’Ambulatorio scompenso e cardiomiopatie dell’ospedale Infermi di Rimini, ha fornito importanti chiarimenti sull’amiloidosi cardiaca durante un incontro con la stampa tenutosi oggi, 10 gennaio 2025, a Milano, presso la sede di Bayer Italia. Questo evento, intitolato “Amiloidosi cardiaca: quando il cuore nasconde una malattia rara”, ha messo in luce la complessità di una patologia poco conosciuta ma significativa.

La patologia amiloidosica è caratterizzata dall’accumulo di fibrille di amiloide, derivanti dalla degradazione di diverse proteine, negli spazi extracellulari di vari organi e tessuti. Tra questi, il cuore risulta particolarmente colpito, specialmente nella forma legata alla transtiretina. La dottoressa Carigi ha sottolineato che le ragioni per cui il cuore è un obiettivo privilegiato per questo tipo di accumulo non sono del tutto chiare. Tuttavia, si ipotizza che vari fattori contribuiscano a questa predisposizione.

Meccanismi dell’amiloidosi cardiaca

Uno degli aspetti cruciali è il fatto che il cuore è un organo in continuo movimento. Durante il ciclo cardiaco, in particolare nella fase sisto-diastolica, il cuore è soggetto a un significativo stress ossidativo. Questo stress potrebbe influenzare l’instabilità delle proteine circolanti, favorendo così la formazione di fibrille di amiloide. Inoltre, la sua elevata vascolarizzazione espone il cuore a concentrazioni elevate di proteine, aumentando ulteriormente il rischio di accumulo.

La diagnosi precoce dell’amiloidosi cardiaca è fondamentale, poiché i sintomi possono essere aspecifici e facilmente attribuibili ad altre condizioni cardiache. I pazienti possono manifestare affaticamento, difficoltà respiratorie e gonfiore agli arti inferiori, sintomi che possono ritardare l’identificazione della malattia. La consapevolezza di questa condizione rara è essenziale per migliorare gli esiti clinici e garantire un trattamento tempestivo.

Importanza della ricerca e della sensibilizzazione

L’incontro di oggi ha messo in evidenza anche l’importanza della ricerca nel campo dell’amiloidosi cardiaca. La dottoressa Carigi ha evidenziato come le nuove scoperte possano contribuire a una migliore comprensione della patologia e a sviluppare trattamenti più efficaci. La sensibilizzazione sia tra i professionisti della salute sia tra il pubblico è cruciale per garantire che i pazienti ricevano diagnosi e cure adeguate.

In questo contesto, eventi come quello di oggi sono fondamentali per diffondere informazioni e aggiornamenti sulla malattia. La collaborazione tra istituzioni, ricercatori e aziende farmaceutiche gioca un ruolo chiave nel promuovere l’innovazione e nel migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da amiloidosi cardiaca.

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