Bilato (UniPd): “L’Lp(a) comporta un incremento significativo del rischio cardiovascolare”

Il dottor Claudio Bilato discute l’importanza della lipoproteina (a) nel rischio cardiovascolare e presenta nuove molecole in fase di sviluppo per ridurne i livelli.

Il 18 marzo 2025, durante un evento tenutosi presso la sede milanese di Novartis, il dottor Claudio Bilato, direttore della Cardiologia degli ospedali dell’Ovest vicentino e docente presso l’Università di Padova, ha discusso l’importanza della lipoproteina (a) nel contesto del rischio cardiovascolare. Bilato ha sottolineato come i pazienti con un significativo rischio cardiovascolare, già affetti da fattori predisponenti come ipertensione, fumo di sigaretta e colesterolo LDL elevato, possano vedere il loro rischio aumentare esponenzialmente in presenza di alti livelli di lipoproteina (a).

Il ruolo della lipoproteina (a) nel rischio cardiovascolare

La lipoproteina (a), nota anche come Lp(a), è stata identificata per la prima volta nel 1963 dal medico norvegese Karl Berg. Da allora, numerosi studi epidemiologici, in particolare nei Paesi scandinavi, hanno evidenziato una correlazione diretta tra i livelli circolanti di Lp(a) e le malattie cardiovascolari aterosclerotiche. Bilato ha spiegato che la Lp(a) è una forma di lipoproteina a bassa densità, simile all’LDL, ma con una differenza cruciale: è legata all’apoproteina (a), che conferisce alla Lp(a) proprietà proinfiammatorie e proateriosclerotiche. Questo la rende particolarmente pericolosa, aumentando il rischio di eventi cardiovascolari.

La capacità della lipoproteina (a) di contribuire all’aterosclerosi è circa sei volte superiore a quella dell’LDL. Di conseguenza, la sua identificazione e monitoraggio sono fondamentali per la gestione del rischio cardiovascolare nei pazienti a rischio. Bilato ha evidenziato che, fino a oggi, non erano disponibili terapie farmacologiche efficaci per abbattere i livelli di Lp(a), con i trattamenti attuali che riuscivano a ridurre solo fino al 30% i livelli circolanti.

Nuove molecole in fase di studio

Attualmente, sono in fase di sviluppo due tipologie di molecole destinate a silenziare il gene responsabile della produzione di lipoproteina (a). Una di queste, un oligonucleotide antisenso, ha dimostrato la capacità di ridurre i livelli di Lp(a) circolanti fino all’80-85%. Questo approccio innovativo è oggetto di uno studio multicentrico e multinazionale di lunga durata, il cui obiettivo è valutare se la diminuzione dei livelli di lipoproteina (a) possa tradursi in una riduzione significativa degli eventi cardiovascolari.

Il potenziale di queste molecole potrebbe rappresentare un cambiamento radicale nella gestione del rischio cardiovascolare, offrendo nuove speranze a pazienti con livelli elevati di Lp(a). Bilato ha concluso il suo intervento esprimendo ottimismo riguardo ai progressi della ricerca, sottolineando l’importanza di continuare a investire nella comprensione e nel trattamento di questa lipoproteina.

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