Il 26 giugno 2025, il professor Luigi Vimercati, esperto di Medicina del Lavoro presso l’Università degli Studi di Bari, ha lanciato un allerta riguardo ai rischi del caldo per la salute dei lavoratori. Secondo i dati, il 30% della popolazione mondiale è esposta a condizioni di caldo estremo per almeno 20 giorni all’anno, e questa percentuale è destinata a crescere a causa del cambiamento climatico. La campagna #keepCool dell’Organizzazione Mondiale della Sanità evidenzia che le elevate temperature rappresentano uno dei principali fattori di rischio ambientali, con effetti diretti su lavoratori e sistemi sanitari.
Rischi per i lavoratori all’aperto
Il professor Vimercati ha sottolineato come i lavoratori che operano prevalentemente in contesti esterni, come nei cantieri edili e nelle attività agricole, siano tra i più vulnerabili agli effetti del caldo. L’aumento delle temperature ha comportato un incremento degli infortuni sul lavoro, alcuni dei quali anche fatali. La situazione è aggravata dalla presenza di lavoratori non contrattualizzati, come nel caso del caporalato, che non sono soggetti a controlli sanitari adeguati e quindi a rischio maggiore.
Vimercati ha suggerito che uno strumento utile per i datori di lavoro nella gestione del rischio da calore è il sito www.worklimate.it, che fornisce indici biometeorologici basati su variabili ambientali come temperatura, umidità e radiazione solare. Questi indici, come il Wbgt (Wet Bulb Globe Temperature), sono fondamentali per valutare il rischio per la salute dei lavoratori in tempo reale.
Settori a rischio e misure preventive
I settori maggiormente colpiti dal caldo includono l’agricoltura, le costruzioni e anche alcune attività indoor, come la ristorazione, dove spesso non è presente un adeguato sistema di refrigerazione. Il professor Vimercati ha evidenziato l’importanza della medicina del lavoro nel monitorare e prevenire gli effetti dello stress termico. Le misure preventive suggerite comprendono la sorveglianza sanitaria, che include visite mediche specialistiche e accertamenti cardiologici.
La valutazione della tolleranza individuale allo stress termico è cruciale, specialmente per i lavoratori con patologie preesistenti. È importante anche scoraggiare comportamenti a rischio, come il consumo di alcol e caffeina, che possono aumentare la disidratazione.
Strategie di adattamento al caldo
Per affrontare il rischio legato alle alte temperature, il professor Vimercati ha raccomandato l’adozione di strategie di acclimatazione, che prevedono un’esposizione graduale al caldo. È fondamentale anche stabilire un adeguato ritmo di lavoro e riposo, garantire aree fresche per il recupero e assicurare un accesso costante all’acqua. La formazione dei lavoratori è essenziale per aumentare la consapevolezza riguardo ai rischi e per insegnare a riconoscere i sintomi di eccessiva esposizione al calore.
In sintesi, la gestione del caldo sul posto di lavoro richiede un approccio integrato che unisca la sorveglianza sanitaria, l’educazione dei lavoratori e l’implementazione di misure di prevenzione efficaci.
