Crisi della sanità in Italia: l’analisi dell’Ocse sulle sfide future del sistema sanitario

Il sistema sanitario italiano affronta gravi sfide, tra cui la carenza di personale medico e infermieristico, stipendi bassi e un invecchiamento della popolazione che aumenta la domanda di cure.
Crisi della sanità in Italia: l'analisi dell'Ocse sulle sfide future del sistema sanitario - Salutextutti.it

Nelle ultime settimane, è emersa una preoccupante analisi relativa al sistema sanitario italiano, del quale si è discusso ampiamente nel report dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico intitolato “Health at a Glance Europe”. In un contesto già compromesso dall’invecchiamento della popolazione e dal rallentamento delle carriere nel settore sanitario, l’Italia si trova ad affrontare sfide senza precedenti. I dati rivelano un quadro allarmante, con la mancanza di personale medico e infermieristico che potrebbe compromettere la qualità delle cure nel futuro prossimo.

Anziani e professionisti sanitari: i dati allarmanti

Il report dell’Ocse evidenzia che l’Italia condivide con il Portogallo il primato della popolazione più anziana d’Europa, con il 25% degli italiani che ha più di 65 anni. Questa percentuale è destinata a salire al 33% entro il 2050, suggerendo un incremento significativo nella domanda di servizi sanitari. Nonostante l’aspettativa di vita in Italia sia tra le più alte d’Europa, circa 83,8 anni, il sistema sanitario nazionale deve affrontare un problema strutturale: la maggior parte dei medici italiani è in età avanzata. Infatti, il 54% dei dottori ha più di 55 anni e il 27% supera i 65 anni. Secondo l’Ocse, il picco dei pensionamenti è previsto per il 2025, il che creerà un vuoto difficile da colmare. Questo esodo imminente di medici potrebbe influenzare negativamente la qualità delle cure fornite, rendendo l’Italia uno dei Paesi più vulnerabili in Europa.

La carenza di infermieri: una crisi senza precedenti

Mentre l’Italia ha un numero di medici relativamente in linea con altri Paesi europei, la situazione è differente per quanto riguarda gli infermieri. Con soli 6,5 infermieri ogni mille abitanti, l’Italia è ben al di sotto della media Ue di 8,4. Questo deficit è particolarmente allarmante considerando che, nel contesto europeo, Paesi come l’Irlanda e la Germania presentano numeri significativamente più alti. Dal 2012, le domande di immatricolazione ai corsi di laurea in infermieristica sono diminuite drasticamente, nonostante l’aumento del 25% dei posti disponibili. Nel 2022, solo 16,4 italiani su 100.000 hanno conseguito una laurea in infermieristica, rispetto alla media europea di 37,5. Secondo il report, la fuga all’estero degli infermieri italiani in cerca di salari migliori mette ulteriormente a rischio la capacità del sistema sanitario nazionale di assorbire questo deficit di personale. La situazione è ulteriormente complicata dall’intenzione del governo italiano di importare circa 10.000 infermieri dall’India, un processo tuttavia difficile e richiedente tempo.

Aspetti economici: stipendi e finanziamenti sotto la media

Uno dei principali ostacoli al miglioramento della situazione è rappresentato dagli stipendi degli infermieri, attualmente tra i più bassi in Europa. Con una retribuzione media di circa 32.600 euro , gli infermieri italiani risultano essere i meno pagati, superati solo dai greci. A questo si aggiunge una mancanza di investimenti significativi nel settore sanitario. Nel 2023, la spesa sanitaria si attesta all’8,4% del PIL, una percentuale significativamente inferiore rispetto ad altri Paesi europei. Solo il 6,2% di questa spesa è finanziata dallo Stato, una situazione preoccupante che di fatto limita le risorse disponibili per il settore. La spesa sanitaria pro capite è anche indicativa: 2.947 euro per italiano nel 2022, nettamente inferiore alla media Ue di 3.533 euro, e lontana dalle cifre della Germania e della Francia.

Le risposte del governo e le mobilitazioni dei lavoratori

Di fronte a questa situazione critica, il governo italiano ha avviato alcune misure per affrontare la crisi del personale, tra cui la sospensione dell’età pensionabile obbligatoria per i medici del Servizio Sanitario Nazionale e l’aumento del numero di studenti di medicina ammessi. Tuttavia, gli effetti di queste azioni sono lontani dal risolvere immediatamente i problemi nel settore. Le organizzazioni sindacali e i lavoratori della sanità stanno già manifestando contro la legge di bilancio in corso di discussione al Parlamento, la quale prevede solo aumenti minimi in busta paga e nessuna strategia efficace per le assunzioni programmate. In questo clima di incertezza, i professionisti del settore si trovano a fronteggiare una crisi potenzialmente devastante, ripercuotendosi sulla salute e sul benessere della popolazione.

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