In un evento carico di emozione, Benedetta Signorini ha condiviso il ricordo del padre, Gianluca Signorini, ex capitano del Genoa, durante una diretta streaming della campagna “Una promessa per la ricerca”. Il programma, organizzato da Aisla, mira a sostenere la ricerca scientifica sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica , una malattia degenerativa che ha colpito il padre di Benedetta. La testimonianza è stata una chiamata all’azione, un invito a non fermarsi nella ricerca di soluzioni e cure.
La testimonianza di Benedetta: un legame per sempre
Nel maggio del 2001, si è svolta una serata indimenticabile a Marassi, stadio del Genoa, che ha segnato un momento cruciale nella vita di Gianluca Signorini e della sua famiglia. Benedetta ricorda quella notte come la più emozionante trascorsa con suo padre, un uomo che ha sempre combattuto con coraggio contro la SLA, diagnosticata all’età di 39 anni. Durante la diretta, ha espresso la sua determinazione a portare avanti la battaglia iniziata dal genitore, fissando un obiettivo chiaro: diventare per lui “gli occhi, la voce e le gambe”, simbolo di una lotta continua per la ricerca di una cura.
Il desiderio di Benedetta di mantenere viva la memoria del padre è un potente richiamo al valore della perseveranza. La sua decisione di parlare pubblicamente della malattia è stata motivata dalla speranza di accrescere la consapevolezza sulla SLA. Da quell’illustre serata a Marassi, Benedetta ha sentito la necessità di agire, portando avanti la testimonianza di suo padre come un faro di speranza per molti.
La campagna “Una promessa per la ricerca”
La campagna “Una promessa per la ricerca” si inserisce all’interno di un contesto più ampio di sensibilizzazione e ricerca contro la SLA, una malattia che affligge molte persone e le loro famiglie. Promossa dall’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica , l’iniziativa ha come obiettivo principale la raccolta fondi per finanziare progetti di ricerca scientifica volti a trovare cure e soluzioni innovative. Benedetta ha sottolineato quanto sia fondamentale l’impegno collettivo in questo ambito, poiché solo attraverso il supporto e la solidarietà si possono sperare risultati tangibili.
La diretta è stata un’importante occasione di confronto e dialogo, riunendo esperti, volontari e persone direttamente colpite dalla SLA. Ogni contributo, anche il più piccolo, può fare la differenza. Durante l’evento, è emersa l’importanza di unire le forze per combattere una battaglia che non è solo individuale, ma che riguarda l’intera comunità.
Il futuro nella ricerca sulla SLA
Guardando al futuro, Benedetta ha condiviso la sua convinzione che, attraverso gli sforzi di tutti e con il giusto sostegno, si possa arrivare a scoprire una cura per la SLA. La sua fiducia è alimentata dalla consapevolezza che la ricerca scientifica ha fatto progressi significativi negli ultimi anni nella comprensione delle malattie neurodegenerative. La campagna promossa da Aisla e il coinvolgimento di figure pubbliche come Benedetta Signorini possono contribuire a rompere il silenzio e la stigmatizzazione che spesso circondano tali condizioni.
La storia di Gianluca Signorini è, quindi, non solo una testimonianza personale di lotta e resilienza, ma anche un invito alla solidarietà e alla partecipazione attiva nella ricerca. Infine, Benedetta ha fatto un appello all’unità, esprimendo la sua speranza che attraverso l’impegno congiunto si possano svelare le cause della malattia e, un giorno, trovare una cura efficace, onorando così la memoria di suo padre e tutti coloro che affrontano la SLA.