Farmaci: mepolizumab mostra efficacia nel ridurre le riacutizzazioni della Bpco

Il 5 maggio 2025, lo studio Matinee conferma l’efficacia del mepolizumab nel ridurre le riacutizzazioni nella broncopneumopatia cronica ostruttiva, aprendo nuove prospettive terapeutiche.

Il 5 maggio 2025, i risultati dello studio Matinee, pubblicati sul ‘New England Journal of Medicine’ e comunicati da GSK, hanno confermato l’efficacia del mepolizumab, un anticorpo monoclonale anti IL-5, nel trattamento della broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). Questo studio di fase III ha rivelato che la somministrazione mensile di mepolizumab ha portato a una significativa riduzione delle riacutizzazioni nei pazienti affetti da Bpco, mantenendo tali risultati per un periodo di due anni.

Dettagli dello studio Matinee

Lo studio Matinee ha coinvolto un ampio numero di pazienti con diagnosi di Bpco, inclusi quelli con forme più gravi e difficili da trattare, seguendo le linee guida della Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease (GOLD). I partecipanti presentavano segni di infiammazione di tipo 2, con alti livelli di eosinofili nel sangue, includendo individui con bronchite cronica, enfisema o entrambe le condizioni. La somministrazione di mepolizumab ha mostrato un miglioramento significativo in tutti gli endpoint di riacutizzazione, mantenuti per l’intera durata dello studio, fino a 104 settimane.

In particolare, il farmaco ha dimostrato una riduzione del 21% del tasso annuale di riacutizzazioni moderate e severe rispetto al placebo, raggiungendo l’endpoint primario dello studio. I dati indicano che i pazienti trattati con mepolizumab hanno avuto una media di 0,80 riacutizzazioni all’anno, rispetto a 1,01 per il gruppo placebo, con un campione di 804 pazienti (403 trattati con mepolizumab e 401 con placebo). Inoltre, un’analisi post-hoc ha rivelato una riduzione del 31% delle riacutizzazioni nei pazienti con bronchite cronica.

Impatto clinico e riduzione delle ospedalizzazioni

Lo studio ha evidenziato che mepolizumab ha anche portato a una diminuzione del 35% del tasso annuale di riacutizzazioni severe che hanno richiesto il pronto soccorso o il ricovero ospedaliero. Questi risultati si rivelano cruciali, poiché le ospedalizzazioni per Bpco rappresentano una delle principali cause di ricoveri medici. È stimato che un paziente su dieci muore durante la degenza per Bpco, e fino a un quarto dei pazienti muore entro un anno dall’ospedalizzazione.

Kaivan Khavandi, Senior Vice President Global Head, Respiratory, Immunology & Inflammation R&D di GSK, ha sottolineato l’importanza di questi risultati, affermando che mepolizumab può contribuire a prevenire le riacutizzazioni, che hanno un impatto devastante sulla vita dei pazienti, accelerando la progressione della malattia e causando danni polmonari irreversibili.

Risultati e pratiche regolatorie

Nonostante i risultati promettenti, mepolizumab non è attualmente registrato in alcun paese per il trattamento della Bpco. Tuttavia, GSK ha avviato pratiche regolatorie in diverse nazioni, tra cui Stati Uniti, Cina e Unione Europea. La Food and Drug Administration (FDA) americana ha fissato per il 7 maggio 2025 la data di risposta per la richiesta di approvazione.

L’incidenza di eventi avversi è risultata simile tra i gruppi di trattamento, con il 74% dei pazienti trattati con mepolizumab e il 77% di quelli trattati con placebo. I casi più frequenti di riacutizzazione o peggioramento della Bpco e di infezione da Covid-19 sono stati riscontrati con percentuali simili tra i due gruppi.

Il professor Frank Sciurba, pneumologo e autore principale dello studio, ha evidenziato l’importanza di queste scoperte, sottolineando che lo studio Matinee apre nuove prospettive terapeutiche per i pazienti con Bpco e infiammazione di tipo 2, contribuendo a migliorare la qualità della vita per coloro che soffrono di questa malattia.

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