L’uso di analoghi delle incretine si sta rivelando fondamentale nella lotta contro malattie neurodegenerative e disturbi legati all’apparato riproduttivo, in particolare quelli associati all’invecchiamento cellulare. L’approccio farmacologico volto a contrastare il sovrappeso e l’obesità ha subito una notevole evoluzione negli ultimi anni, grazie all’introduzione di terapie innovative. Tra queste, il semaglutide e il tirzepatide, rispettivamente agonista del recettore GLP-1 e agonista duale dei recettori GLP-1 e GIP, rappresentano una svolta significativa nel campo dell’endocrinologia. Questi farmaci non solo offrono benefici per la salute metabolica, ma si confermano anche come strumenti potenziali per la prevenzione e il trattamento di diverse patologie croniche, grazie alle loro proprietà antinfiammatorie.
Benefici dei farmaci per la salute metabolica
Il semaglutide e il tirzepatide agiscono sul riequilibrio delle cellule adipose disfunzionali, contribuendo alla perdita di peso e al miglioramento della risposta insulinica nei pazienti obesi. Questi farmaci non si limitano a ridurre il peso corporeo, ma migliorano anche la salute endocrino-metabolica e cardiovascolare. Tra i loro effetti positivi vi è la riduzione dello stress ossidativo e dell’infiammazione sistemica cronica, fattori chiave nello sviluppo di malattie cronico-degenerative legate all’invecchiamento, noto come inflammaging. Questi temi sono stati discussi da esperti del settore durante il workshop tenutosi a Roma il 5 marzo 2025, dal titolo “Semaglutide e tirzepatide: nuova frontiera terapeutica per sovrappeso e obesità, salute metabolica e antinfiammatoria”, organizzato con il supporto di Eli Lilly e Novo Nordisk.
Nuove prospettive terapeutiche
Un aspetto cruciale emerso durante l’incontro è il potenziale di questi farmaci nel contrastare l’infiammazione correlata all’età, aprendo la strada a terapie innovative per malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer, oltre a disturbi riproduttivi come l’infertilità e la sindrome dell’ovaio policistico. L’idea che l’obesità sia semplicemente il risultato di un eccesso di cibo e di una mancanza di attività fisica sta cambiando, con una crescente consapevolezza che l’accumulo di grasso può avvenire anche in assenza di un’eccessiva assunzione calorica. L’accumulo di tessuto adiposo malato e disfunzionale innesca la produzione di sostanze pro-infiammatorie, contribuendo a un circolo vizioso di danni metabolici che interessano vari organi, tra cui cuore, fegato e cervello.
Meccanismi d’azione e risultati clinici
Il professor Andrea Fabbri, esperto di endocrinologia presso l’Università di Roma Tor Vergata, ha spiegato che l’insulina è il principale ormonale responsabile dell’accumulo di grasso dismetabolico. La sua produzione eccessiva porta a un fenomeno noto come insulino-resistenza. Inoltre, il cortisolo contribuisce a questo accumulo, aumentando il rischio di complicazioni legate all’obesità. I farmaci semaglutide e tirzepatide mimano le azioni delle incretine, ormoni intestinali che riducono il senso di fame e migliorano la sensibilità insulinica, oltre a esercitare effetti antinfiammatori che vanno oltre la semplice perdita di peso. La loro efficacia è supportata da studi clinici, come il trial SELECT, che ha dimostrato una riduzione significativa dell’infiammazione cardiovascolare e una protezione vascolare che precede il calo di peso.
Riflessioni sull’uso e la sostenibilità delle terapie
Il dibattito riguardante il semaglutide e il tirzepatide è attivo e, talvolta, acceso all’interno della comunità scientifica. Alcuni esperti, tra cui il professor Paolo Sbraccia, direttore del Centro Obesità Policlinico di Roma Tor Vergata, hanno sottolineato la necessità di un uso appropriato di questi farmaci, evitando prescrizioni a persone non rientranti nei target definiti dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Inoltre, è fondamentale garantire l’accessibilità economica a queste terapie per la popolazione e per i sistemi sanitari. La consapevolezza che l’obesità è una malattia richiede un cambiamento culturale, promuovendo stili di vita sani e una corretta alimentazione. Gli esperti concordano sulla necessità di interventi precoci per prevenire le complicazioni legate all’obesità, specialmente nei giovani, dove oltre 2,2 milioni di ragazzi in Italia presentano problemi di sovrappeso o obesità.
