Il Congresso annuale della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (Eshre), in corso a Parigi dal 29 giugno al 2 luglio 2025, ha visto la presentazione di un innovativo protocollo ormonale da parte del gruppo Ivi, specializzato nella riproduzione medicalmente assistita. Questo nuovo approccio si propone di affrontare l’adenomiosi, una condizione ginecologica che, sebbene benigna, rappresenta una sfida significativa per molte donne che desiderano concepire.
Che cos’è l’adenomiosi
L’adenomiosi è una patologia ginecologica che può causare mestruazioni abbondanti, dolori pelvici e difficoltà nel concepimento. Questa condizione si verifica quando il tessuto endometriale, normalmente presente all’interno dell’utero, si sviluppa all’interno del miometrio, il muscolo uterino. Secondo i dati, l’adenomiosi colpisce fino a 1 donna su 5 in età fertile, rendendola una problematica diffusa. Nonostante la sua prevalenza, la diagnosi è complessa e spesso sottovalutata, portando a complicazioni nei trattamenti di fecondazione assistita. La condizione è collegata a una serie di problematiche, tra cui il fallimento dell’impianto embrionale e l’aborto spontaneo.
Il nuovo protocollo ormonale di Ivi
Il protocollo presentato da Ivi mira a “spegnere il fuoco ormonale” che alimenta l’adenomiosi, raddoppiando le possibilità di gravidanza rispetto ai trattamenti tradizionali. Mauro Cozzolino, specialista in medicina della riproduzione e direttore del Centro Ivi di Bologna, ha spiegato che il trattamento si basa su una combinazione di un agonista del GnRH e un inibitore dell’aromatasi, somministrati prima del trasferimento embrionario. Questa strategia si concentra sulle cause biologiche della malattia, affrontando l’eccesso di estrogeni e lo stato infiammatorio cronico che compromettono la recettività dell’endometrio.
I risultati dello studio
Lo studio condotto presso Ivi Roma ha coinvolto donne di età compresa tra i 30 e i 49 anni, affette da una forma di adenomiosi nota come adenomioma. Le pazienti che hanno seguito il protocollo ormonale hanno registrato una percentuale di gravidanze quasi doppia rispetto a quelle trattate con metodi standard: il 47% contro il 26%. Inoltre, il numero di gravidanze confermate ecograficamente è stato di 66% nel gruppo trattato, rispetto al 33% nel gruppo di controllo. Questi risultati significativi rappresentano un passo avanti importante per il trattamento di una condizione spesso trascurata.
Rilevanza della diagnosi precoce
Cozzolino ha sottolineato l’importanza di una diagnosi tempestiva dell’adenomiosi, evidenziando che la condizione è spesso diagnosticata solo dopo un’isterectomia. Grazie ai progressi nell’ecografia, è ora possibile effettuare diagnosi non invasive, ma è fondamentale che le donne con sintomi come dolori mestruali persistenti siano valutate da ginecologi esperti. La diagnosi precoce può avere un impatto significativo sul trattamento e sulle possibilità di gravidanza, rendendo cruciale un approccio attento e informato da parte dei professionisti della salute.
