Nel 1984, Pier Francesco Ferrucci si distinse come uno dei protagonisti di una delle più celebri beffe della storia, oggi è un affermato oncoimmunologo. “Quello scherzo è parte della mia vita e mi aiuta a concentrare le mie energie nella lotta contro il cancro“, afferma Ferrucci, che ha saputo trasformare un episodio goliardico in un’opportunità per sensibilizzare su temi cruciali legati alla salute.
Il passato da bad boy e l’impegno attuale
Nonostante il suo passato da “bad boy”, Ferrucci ha sempre mantenuto un atteggiamento positivo verso quella burla. Anche dopo aver indossato il camice da medico, non ha mai visto quell’episodio come un elemento che potesse sminuire la sua professionalità. “Non è un passato ingombrante, anzi. Ho incluso lo scherzo delle false teste di Modì nel mio curriculum fin dall’inizio”, racconta Ferrucci. Oggi, il suo impegno come presidente del Comitato scientifico della Fondazione Grazia Focacci lo vede attivo in iniziative significative, tra cui l’evento che si terrà martedì 1 aprile 2025 allo Sporting Club di Monza. Questo incontro, intitolato “La beffa del secolo. Le teste di Modì tra scienza e Charity”, si propone di affrontare temi come la prevenzione, la ricerca e il supporto ai pazienti oncologici.
Ricordi e reazioni positive
Ferrucci, attualmente parte del gruppo MultiMedica, ricorda con affetto quel periodo. “Quello scherzo rappresenta una parte della mia storia e mi ha aiutato a unire persone con diversi interessi per focalizzarle su temi di grande rilevanza”, spiega. La sua esperienza con l’episodio ha generato reazioni divertenti e positive, come quando Umberto Veronesi, noto oncologo, lo contattò per ridere insieme della burla durante la sua assunzione all’Istituto europeo di oncologia di Milano.
La genesi della burla
La genesi della burla risale all’estate del 1984, a Livorno, città natale di Ferrucci. “Era stata organizzata una mostra di sculture di Modigliani e c’era la leggenda che alcune teste fossero state gettate nel canale circostante. Noi, reduci dal liceo e con un forte spirito goliardico, decidemmo di creare delle sculture simili per far credere che fossero autentiche. Non avremmo mai immaginato che sarebbe diventata una notizia di grande richiamo”, racconta Ferrucci. L’eco della burla si diffuse inaspettatamente, portando Ferrucci e i suoi amici in un programma televisivo che raggiunse 14 milioni di spettatori.
Impatto sulla vita di Ferrucci
Quella burla, che inizialmente sembrava un gioco innocente, ha avuto un impatto significativo sulla vita di Ferrucci, che ha dovuto affrontare le conseguenze di quell’episodio, incluso un anno e mezzo di stop negli studi universitari. “Siamo stati selezionati come giovani artisti europei e abbiamo viaggiato in città come Barcellona e Parigi. Poi, ho intrapreso un percorso professionale incentrato sulla ricerca scientifica“, spiega.
Connessione con i pazienti
Oggi, Ferrucci utilizza il suo passato come un modo per connettersi con i pazienti. “A volte, è un modo per rompere il ghiaccio e creare un legame. Non mi presento come il ‘creatore delle teste’, ma è interessante vedere come le persone colgano il riferimento”, afferma. La lezione più importante che ha appreso da quell’esperienza è la necessità di essere trasparenti e autentici, evitando strumentalizzazioni.
Focus sulla ricerca oncologica
Ferrucci sottolinea che, sebbene la burla abbia avuto un impatto sociale, non ha mai voluto sfruttarla a fini personali. “Eravamo solo ragazzi che volevano divertirsi. Ci sono stati tentativi di strumentalizzazione, ma abbiamo sempre mantenuto la nostra posizione”, afferma. Oggi, il suo focus è sulla ricerca oncologica, un campo in rapida evoluzione che utilizza farmaci immunologici e terapie mirate. “Queste tecnologie sono costose e dobbiamo lavorare per renderle accessibili”, dice Ferrucci, auspicando la creazione di un hub per facilitare l’accesso a queste terapie in Lombardia.
Un evento per la ricerca oncologica
L’evento del 1 aprile 2025 non sarà solo un’opportunità di raccolta fondi per la ricerca oncologica, ma anche un momento di celebrazione della sinergia tra diverse realtà. La Fondazione Grazia Focacci, attiva dal 2004, ha già contribuito a oltre 450 visite specialistiche e ha raccolto circa 400mila euro per borse di studio e progetti di ricerca. Ferrucci sarà affiancato da Michele Ghelarducci, un altro autore della burla, e dal comico Antonello Taurino, il quale ha dedicato una pièce teatrale a questo episodio.
Collaborazione tra diverse realtà
Il presidente del Consiglio regionale, Federico Romani, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa come esempio di collaborazione tra diverse realtà. “Abbiamo legato la storia delle false teste di Modì a una causa di fondamentale importanza: la raccolta fondi per la ricerca oncologica”, ha affermato Martina Sassoli, consigliera regionale brianzola. “In medicina, la ricerca è l’unico strumento per distinguere tra speranza e incertezza”.
