Il 3 luglio 2025, la Società Italiana di Neurologia (SIN) ha rilasciato un comunicato riguardante il disegno di legge sul suicidio medicalmente assistito (SMA), attualmente in discussione presso le commissioni Giustizia e Sanità del Senato. Il testo è previsto per la votazione in Aula il 17 luglio. La SIN ha sottolineato l’importanza di creare una legislazione che tuteli la dignità e l’autonomia delle persone affette da gravi malattie neurologiche, garantendo pari diritti a tutti i cittadini, indipendentemente dalla patologia.
Il ruolo delle cure palliative
La SIN ha evidenziato tre punti cruciali riguardanti l’accesso al SMA. Il primo riguarda l’obbligo per i pazienti di essere inseriti in un percorso di cure palliative. La società scientifica riconosce l’importanza di queste cure, che devono essere sempre offerte come parte dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Le cure palliative rappresentano l’unico supporto in grado di garantire una qualità di vita accettabile per i pazienti neurologici con disabilità grave. Tuttavia, la SIN chiarisce che tali cure non devono essere imposte, né possono essere considerate un requisito obbligatorio per accedere al SMA. I pazienti devono avere la libertà di rifiutare le cure palliative, una scelta che deve avvenire prima che si manifestino condizioni di “dolore totale”.
Inoltre, la SIN ha espresso soddisfazione per la possibilità di integrare le cure palliative in tutte le fasi del SMA, dalla pianificazione alla fase di lutto. Le cure palliative non si limitano a supportare il paziente, ma si estendono anche ai familiari, garantendo un accompagnamento rispettoso in ogni fase della vita e della morte. Attualmente, in Italia, l’accesso universale e equo alle cure palliative è ancora insufficiente, specialmente nel campo neurologico, dove è necessario un modello di assistenza precoce e simultanea.
Proposte per un comitato di valutazione
Un secondo punto sollevato dalla SIN riguarda la creazione di un Comitato Nazionale di Valutazione per le richieste di SMA. La proposta prevede che questo comitato non includa neurologi o specialisti delle patologie dei richiedenti, una scelta che non rispecchia la realtà delle malattie neurologiche, che rappresentano una parte significativa delle richieste. La SIN suggerisce di affidare questo compito ai comitati etici già operanti in alcune regioni, che potrebbero operare a livello locale.
I tempi di decisione previsti, che attualmente sono di 60 giorni prorogabili di ulteriori 30, potrebbero allungarsi ulteriormente a causa della centralizzazione del processo. Questo è problematico, considerando che le condizioni cliniche di molti pazienti neurologici possono evolvere rapidamente. In caso di diniego, la SIN ha richiesto che ci sia sempre la possibilità di una rivalutazione in tempi adeguati, in base alla patologia del paziente. Inoltre, è stata sottolineata l’assenza di modalità organizzative chiare che garantiscano equità di accesso e monitoraggio attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Preoccupazioni e appelli della SIN
La SIN ha espresso forte preoccupazione per il rischio che tempi di attesa eccessivamente lunghi possano spingere le persone a cercare soluzioni all’estero o a ricorrere a pratiche clandestine. La società scientifica ha ribadito la necessità di approvare una legge che rispetti le indicazioni della Corte Costituzionale, definendo modalità organizzative chiare e sostenibili, garantendo tempi rapidi e un accesso equo attraverso il SSN. Il presidente della SIN ha sottolineato la volontà di difendere la dignità delle persone e ha invitato la comunità neurologica a partecipare attivamente al dibattito per trovare soluzioni normative condivise ed efficaci.
