Il 20 marzo 2025, in occasione della Giornata Mondiale della Felicità, un sondaggio internazionale pubblicato da Newsweek ha rivelato dati allarmanti riguardo al benessere psicologico delle diverse generazioni. La ricerca ha messo in evidenza come la Generazione Z, composta da giovani di età compresa tra i 15 e i 30 anni, si trovi in una condizione di profonda infelicità, con l’80% dei partecipanti che ha dichiarato di aver sperimentato sentimenti di solitudine nell’ultimo anno. Un dato preoccupante è che un terzo di questi giovani si sente “spesso” o “regolarmente” solo, segnando un trend che si estende a tutte le fasce d’età.
La diffusione della solitudine tra le generazioni
Il fenomeno della solitudine non è limitato alla Generazione Z. Secondo i dati forniti dalla Fondazione della Felicità Ets, il 72% dei Millennial (persone tra i 30 e i 45 anni), il 60% della Generazione X e il 45% dei baby boomer si sentono soli. Queste statistiche suggeriscono che la solitudine è diventata un’epidemia che attraversa le generazioni, colpendo individui di ogni età. La Fondazione, che si è proposta di sviluppare programmi educativi per migliorare il clima scolastico e promuovere un futuro più sereno, sottolinea l’importanza di affrontare questa problematica in modo proattivo.
Le cause dell’infelicità
Secondo gli autori del sondaggio, le radici di questa infelicità collettiva sono da ricercare in decenni di priorità economiche che hanno messo in secondo piano le relazioni interpersonali. L’aumento dei costi degli alloggi, l’incertezza del mercato del lavoro e la pressione dei social media, che incoraggia continui confronti tra individui, hanno contribuito a creare un clima di isolamento. La mancanza di una vera comunità ha accentuato questo senso di abbandono e disillusione.
Questa situazione non si limita alla sfera personale, ma ha ripercussioni anche sul mondo del lavoro. Un’indagine condotta da MetLife e riportata da Fortune ha rivelato che solo il 59% della Generazione Z è soddisfatto del proprio ambiente lavorativo, un dato che risulta inferiore rispetto al 71% dei baby boomer che si dichiarano felici nel lavoro. La situazione è ulteriormente aggravata da rapporti come il Good Childhood Report 2024, realizzato da The Children’s Society, che ha evidenziato come i 15enni italiani siano tra i meno soddisfatti d’Europa, preceduti solo da giovani di Regno Unito, Malta, Polonia e Germania.
L’analisi di questi dati suggerisce che è essenziale affrontare il tema della felicità e della solitudine con serietà e urgenza, per costruire un futuro in cui le relazioni umane siano valorizzate e supportate.
