Hiv in Italia: è tempo di agire con coraggio per un cambiamento necessario

La situazione dell’HIV in Italia: necessità di innovazione e superamento delle resistenze del sistema sanitario per adottare nuove terapie e strategie di prevenzione.

Simone Marcotullio, responsabile Policy e Comunicazione di ViiV Healthcare, ha lanciato un allarme riguardo alla situazione dell’HIV in Italia, evidenziando la lentezza del sistema nel recepire innovazioni fondamentali. Durante un’intervista rilasciata al portale Gay.it, Marcotullio ha commentato i risultati della 17ª edizione dell’Italian Conference on AIDS and Antiviral Research (Icar), tenutasi a Padova il 5 giugno 2025. Nonostante i significativi progressi scientifici, il Paese sembra ancora indietro nell’implementazione di nuove terapie e strategie di prevenzione.

La necessità di innovazione nella lotta all’hiv

Marcotullio ha sottolineato come la scienza metta a disposizione strumenti innovativi, in particolare le terapie a lento rilascio, che potrebbero rivoluzionare sia la prevenzione che il trattamento dell’HIV per le popolazioni più vulnerabili. Tuttavia, ha evidenziato che il sistema sanitario italiano mostra resistenza ad adottare queste nuove soluzioni. “La scienza ci offre strumenti rivoluzionari ma il sistema Italia fatica ad accoglierli”, ha dichiarato Marcotullio, evidenziando l’importanza di queste terapie per raggiungere l’obiettivo di “zero infezioni”.

Attualmente, solo il 5% delle persone che potrebbero beneficiare di queste terapie innovative le utilizza, nonostante i vantaggi clinici ed economici rispetto ai trattamenti orali tradizionali. Questo dato mette in luce le difficoltà del sistema sanitario nel modificare le proprie pratiche e approcci.

Le sfide del sistema sanitario italiano

Marcotullio ha identificato due principali ostacoli all’adozione delle nuove terapie: la mancanza di una volontà politica concreta e un’organizzazione ospedaliera che non supporta l’innovazione. “Abbiamo un sistema ospedaliero che, nell’insieme, non è accogliente verso l’innovazione, restio al cambiamento e poco attrezzato per nuove modalità di somministrazione”, ha osservato. Questa situazione costringe molti pazienti a continuare ad assumere terapie orali quotidiane, comportando spesso un impatto sociale e psicologico significativo.

Inoltre, Marcotullio ha evidenziato l’importanza di ampliare l’uso della PrEP (profilassi pre-esposizione) tra le popolazioni chiave, come i giovani e le persone cisgender. “L’innovazione nella prevenzione deve poter arrivare anche a chi non risponde bene ai metodi tradizionali. È una conquista clinica ed etica”, ha affermato, sottolineando come la PrEP a lungo rilascio rappresenti un’opportunità per superare le barriere legate a stigma e difficoltà di accesso.

Un futuro possibile nella lotta contro l’hiv

Marcotullio ha concluso il suo intervento esprimendo la necessità di un obiettivo chiaro e condiviso: ridurre la presenza del virus nella popolazione. “La cosa più semplice che possiamo auspicare è che alla fine si abbia meno virus in circolazione. Oggi gli strumenti ci sono. Serve solo la volontà di usarli”, ha affermato. La speranza è che, con un impegno collettivo, si possano finalmente ottenere risultati significativi nella lotta contro l’HIV in Italia.

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