Specialisti nel campo della chirurgia digestiva si sono riuniti a Napoli il 15 e 16 luglio 2025 per il secondo incontro ‘Hot Topics in Functional Digestive Surgery Meeting’. Durante l’evento, organizzato dall’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli e dalla Società Italiana Unitaria di Colon-Proctologia (Siucp), è emerso un focus particolare sui problemi legati al reflusso gastroesofageo, una patologia che colpisce circa il 20% della popolazione italiana, ovvero 11,5 milioni di persone.
Il caldo estivo e le abitudini alimentari tipiche delle vacanze possono aggravare i sintomi di questa condizione. La disidratazione, le variazioni nelle abitudini alimentari e una digestione rallentata sono fattori che, durante i mesi più caldi, possono trasformare il reflusso gastroesofageo in un problema serio. Gli esperti presenti hanno sottolineato che per i casi più gravi, le moderne tecniche chirurgiche rappresentano soluzioni efficaci e personalizzate.
Condizioni estive e reflusso gastroesofageo
Durante il congresso, Adolfo Renzi, responsabile dell’Unità Operativa delle Malattie Funzionali dell’esofago e del colon-retto dell’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli, ha evidenziato come il caldo estivo possa esacerbare i sintomi del reflusso. Questo disturbo è causato da alterazioni nella funzionalità del cardias, la valvola che separa esofago e stomaco, e da condizioni come l’ernia iatale. Con l’aumento delle temperature, la disidratazione gioca un ruolo fondamentale: una scarsa assunzione di acqua riduce la diluizione degli acidi gastrici, aumentando la loro acidità. Inoltre, le abitudini alimentari cambiano durante l’estate, con un maggiore consumo di cibi piccanti e grassi, che possono aggravare il reflusso. Renzi ha anche spiegato che le alte temperature possono rallentare la digestione, portando a gonfiore e acidità, e che l’aumento della sudorazione può compromettere la funzionalità gastrica, contribuendo all’accumulo di acido.
Strategie per la gestione del reflusso
Gli esperti hanno delineato alcune strategie per affrontare il reflusso gastroesofageo. Il primo passo consiste nella riduzione del peso corporeo e nella correzione delle abitudini alimentari. È fondamentale evitare cibi grassi, fritti, pomodori, agrumi, cipolla cruda, aglio, cioccolato, menta, caffè, tè nero, bevande gassate, alcolici, formaggi stagionati, insaccati e spezie piccanti. Si raccomanda di consumare pasti piccoli e frequenti, masticando lentamente e evitando di sdraiarsi subito dopo i pasti. Renzi ha rimarcato l’importanza della consapevolezza riguardo alle abitudini estive e il loro impatto sulla salute digestiva. Per i pazienti con reflusso cronico o severo, la chirurgia rappresenta un’opzione di trattamento significativa e spesso risolutiva.
Opzioni chirurgiche disponibili
Quando i sintomi di reflusso gastroesofageo sono gravi e non rispondono alla terapia medica, la chirurgia diventa una valida alternativa. Renzi ha chiarito che è essenziale effettuare una diagnosi accurata per identificare le cause del reflusso, che guiderà la scelta della tecnica chirurgica. Tra le opzioni disponibili, la fundoplicatio secondo Nissen è la più tradizionale, in cui il fondo dello stomaco viene avvolto attorno all’esofago per prevenire il reflusso. Altri approcci innovativi includono l’uso di uno sfintere esofageo magnetico, che utilizza un anello di perline in titanio per migliorare la funzionalità esofagea e ridurre la disfagia post-operatoria. Un’altra innovazione è il Reflux Stop, un dispositivo di silicone impiantato laparoscopicamente che ripristina la funzione dello sfintere esofageo senza compressione, consentendo dimissioni più rapide. Queste tecniche offrono ai pazienti soluzioni efficaci e durature, migliorando significativamente la loro qualità della vita.
