Il cervello rimane attivo anche durante il relax: ecco cosa avviene

Il cervello umano continua a elaborare informazioni anche a riposo, rivelando schemi di attività simili a quelli attivati durante l’azione, con implicazioni per le malattie neurologiche.

Il cervello umano continua a sorprendere per la sua incessante attività, anche nei momenti di apparente inattività. Un team internazionale di ricercatori, sotto la guida di Maurizio Corbetta, professore di neuroscienze presso l’Università di Padova, ha dimostrato che il cervello non si ferma mai, nemmeno quando ci sembra di non fare nulla. Questo gruppo ha recentemente pubblicato due studi che offrono nuove prospettive sul funzionamento del cervello durante il riposo.

Il cervello attivo anche a riposo

Il 19 marzo 2025, alle 13:40, è stata diffusa una notizia che mette in luce come il cervello, anche quando è in stato di relax, continui a elaborare informazioni e a rielaborare esperienze passate. Corbetta, che è anche direttore della Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova e principal investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare, ha sottolineato come il cervello funzioni come un archivista instancabile, rievocando schemi di attività nervosa che si attivano durante comportamenti reali.

La ricerca, pubblicata su “Neuron”, ha coinvolto diversi scienziati, tra cui Anastasia Dimakou, Andrea Zangrossi e Giovanni Pezzulo, e ha mostrato che il cervello di varie specie, dagli esseri umani ai vermi, mantiene e ricrea schemi di attività simili a quelli attivati durante l’azione. Corbetta ha citato un esempio concreto: le aree cerebrali dedicate al riconoscimento dei volti umani mostrano attività simile anche quando non stiamo osservando volti. Questo meccanismo consente al cervello di “ripassare” e organizzare le informazioni, preparando così il terreno per affrontare stimoli futuri.

Studi sul sistema motorio

Il secondo studio, pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Sciences” (PNAS), ha esaminato come il cervello gestisce le attività motorie. I ricercatori Lu Zhang, Lorenzo Pini e Gordon Shulman, insieme a Corbetta, hanno dimostrato che il cervello replica schemi di attività sia durante movimenti semplici, come aprire e chiudere la mano, sia quando è a riposo. Questi schemi risultano essere più frequenti per i movimenti abituali, suggerendo che il cervello utilizza il riposo come un momento per consolidare la memoria delle azioni passate.

Corbetta ha paragonato il cervello a uno studente che, inconsapevolmente, ripete la lezione il giorno prima di un esame. Questa analogia evidenzia come il cervello continui a lavorare anche quando non siamo attivamente coinvolti in attività cognitive.

Nuove prospettive nella ricerca neurologica

Le scoperte di Corbetta e del suo team potrebbero avere importanti implicazioni per la comprensione delle malattie neurologiche. Comprendere come il cervello riproduca schemi neurali durante il riposo potrebbe aprire nuove strade nella ricerca e nel trattamento di condizioni come l’ictus. La nota dell’Università di Padova sottolinea l’importanza di studiare questi meccanismi, che potrebbero rivelarsi fondamentali per affrontare i deficit neurologici.

Queste ricerche non solo arricchiscono la nostra comprensione del cervello umano, ma offrono anche spunti per sviluppare strategie terapeutiche innovative per patologie neurologiche, contribuendo a migliorare la qualità della vita delle persone affette da tali condizioni.

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