“In Italia si registra una carenza di 500 pediatri, secondo la Fondazione Gimbe”

La carenza di pediatri in Italia: oltre 500 professionisti mancanti e 2.598 pensionamenti previsti, con gravi ripercussioni sull’assistenza sanitaria per i bambini.

In Italia, la situazione riguardante i pediatri di famiglia è allarmante. Secondo un recente report della Fondazione Gimbe, il Paese è in deficit di almeno 502 pediatri, con le maggiori carenze concentrate in Lombardia, Piemonte e Veneto. In alcune zone, il numero di assistiti per pediatra supera il limite raccomandato di 1.000, e si prevede che tra il 2024 e il 2028 ben 2.598 pediatri andranno in pensione. Questo scenario solleva preoccupazioni significative per l’assistenza pediatrica, in particolare per i più giovani e vulnerabili.

Le carenze di pediatri in italia

Il report della Fondazione Gimbe evidenzia che la mancanza di pediatri di libera scelta (Pls) è un problema che affligge diverse Regioni, in particolare quelle del Nord Italia. Il pediatra di libera scelta è il professionista responsabile della salute di bambini e ragazzi fino a 13 anni, e ogni bambino deve averne uno assegnato sin dalla nascita per poter accedere ai servizi sanitari garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale (Ssn). Tuttavia, le segnalazioni di difficoltà nell’accesso ai Pls provengono da tutte le Regioni, con famiglie che lamentano problemi burocratici e l’impossibilità di iscrivere i propri figli a un pediatra.

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha sottolineato l’urgenza di interventi organizzativi per garantire la continuità dell’assistenza pediatrica. La situazione attuale richiede un’analisi approfondita delle dinamiche che regolano l’inserimento dei Pls nel Ssn e delle criticità legate alla loro distribuzione sul territorio.

Fasce di età e assistenza pediatrica

La legge stabilisce che fino al sesto anno di età, i bambini devono essere assistiti da un pediatra di libera scelta. Tra i 6 e i 13 anni, i genitori possono optare per un Pls o un medico di medicina generale. Al compimento del 14° anno, l’assistenza da parte del pediatra viene revocata, salvo per i casi di patologie croniche o disabilità. Secondo i dati Istat, al 1° gennaio 2024, quasi 2,5 milioni di bambini rientrano nella fascia 0-5 anni, mentre oltre 4,1 milioni sono nella fascia 6-13 anni.

Il calo delle nascite sta influenzando notevolmente il numero di assistiti per i Pls. Tra il 1° gennaio 2019 e il 1° gennaio 2025, si stima una riduzione di circa 430.000 bambini nella fascia 0-5 anni, il che ha comportato un abbassamento del fabbisogno di pediatri di oltre 500 unità in sei anni. Questo fenomeno demografico, insieme alle carenze esistenti, richiede una riflessione seria sulle modalità di inserimento dei Pls nel sistema sanitario.

Pensionamenti e formazione dei pediatri

Secondo i dati forniti dalla Federazione Italiana dei Medici Pediatri (Fimp), tra il 2024 e il 2028, 2.598 pediatri di libera scelta andranno in pensione. Questo numero è significativo e pone interrogativi sul futuro dell’assistenza pediatrica in Italia. Negli ultimi anni, il numero di borse di studio per la specializzazione in pediatria è aumentato, passando da 496 nel 2017-2018 a 853 nel 2023-2024. Tuttavia, non è chiaro quanti di questi nuovi specialisti sceglieranno la carriera di pediatra di libera scelta, piuttosto che quella ospedaliera.

Nel 2023, erano attivi 6.706 pediatri di libera scelta, un numero in calo rispetto al 2019. La situazione è aggravata dall’invecchiamento della categoria, con una crescente percentuale di pediatri con oltre 23 anni di specializzazione. Questo rallentamento nel ricambio generazionale preoccupa, poiché non è garantito che i nuovi pediatri possano sostituire adeguatamente i pensionamenti imminenti.

Disparità regionali e necessità di interventi

La distribuzione dei pediatri di libera scelta in Italia presenta forti disparità regionali. Secondo le stime, il 75,7% delle carenze si concentra in Lombardia, Piemonte e Veneto. In alcune aree, il numero di assistiti per pediatra supera il massimale di 1.000, rendendo difficile l’accesso per le famiglie. La Fondazione Gimbe ha sottolineato che le carenze non si limitano a un’analisi regionale, ma richiedono un approccio mirato per le aree con bassa densità abitativa e difficoltà di accesso ai servizi.

Per affrontare questa situazione, è essenziale che ogni Regione disponga di stime accurate sul numero di pediatri necessari, integrate con le proiezioni demografiche. L’implementazione di modelli organizzativi orientati al lavoro in team e l’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale sono passi fondamentali per garantire un servizio sanitario adeguato e accessibile a tutte le famiglie.

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