La battaglia contro la disinformazione sanitaria: COVID, vaccini e fake news

La Giornata mondiale della consapevolezza sulla disinformazione evidenzia l’emergenza delle fake news in ambito sanitario, con un focus sulle teorie anti-vacciniste e l’importanza di una comunicazione scientifica chiara.
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Nell’era digitale, la propagazione delle notizie false è divenuta una sfida sempre più ardua, specialmente in ambito sanitario. La Giornata mondiale della consapevolezza sulla disinformazione, celebrata oggi, accende i riflettori sulle problematiche legate alla corretta comunicazione e informazione riguardante la medicina e la scienza. Nonostante i vaccini abbiano contribuito a sconfiggere l’emergenza COVID, le teorie anti-vacciniste continuano a fiorire sui social media. Il report di NewsGuard, pubblicato all’inizio del 2024, riporta che oltre 300 notizie sui vaccini sono state bollinate come fake news, con migliaia di account e siti coinvolti nella diffusione di informazioni errate.

Il persistente fenomeno del no-vax

L’epidemia di disinformazione riguardante i vaccini non è affatto un fenomeno recente. Anche prima dell’emergenza COVID, innumerevoli bufale circolavano sui potenziali danni delle immunizzazioni. Tuttavia, la situazione è stata esacerbata dalla pandemia, con un aumento della visibilità per le teorie contrarie ai vaccini. Gli attivisti no-vax, oltre a diffondere le proprie convinzioni sui social, hanno trovato terreno fertile anche in contesti più tradizionali, ricorrendo a manifestazioni pubbliche e gruppi di discussione. La diffusione di informazioni senza fondamento scientifico ha creato un clima di sfiducia nei confronti della scienza e delle istituzioni sanitarie.

Intervenendo sull’argomento, l’epidemiologo Massimo Ciccozzi ha sottolineato l’importanza di una comunicazione scientifica chiara e basata su dati concreti. Secondo Ciccozzi, molti utenti si lasciano attrarre da chi lancia allarmi infondati, portando a una vera e propria “ondata di antiscienza“. La responsabilità non ricade solo sui sostenitori delle fake news: anche la comunità scientifica deve adottare un linguaggio chiaro e rigoroso. L’abitudine a un’informazione superficiale e a pareri personali rischia di alimentare la confusione tra ciò che è vero e ciò che è falso.

L’importanza della corretta informazione

Particolare attenzione deve essere dedicata alla Giornata mondiale della consapevolezza sulla disinformazione. L’infettivologo Matteo Bassetti ha evidenziato come il problema delle fake news sia una minaccia globale che ci colpisce tutti. Citando Dante Alighieri, Bassetti ha ricordato come già nel XIII secolo si parlasse di “fake news” mediante l’espressione “sì fatte favole“. La consapevolezza storica dell’impatto delle notizie false evidenzia quanto il dialogo sulla verità sia sempre attuale.

Le fake news possono avere conseguenze devastanti, specialmente nel campo della medicina, dove possono compromettere la salute pubblica. Bassetti ha puntualizzato che chi crede a queste informazioni errate non è necessariamente un credulone, ma spesso si considera più informato e astuto degli altri. Distinguere tra disinformazione e cattiva informazione è cruciale: la disinformazione sanitaria si basa su affermazioni non verificate e fuorvianti, mentre la cattiva informazione viene diffusa con l’intento di manipolare per guadagnare potere e denaro.

I social network come veicoli di disinformazione

I social media svolgono un ruolo centrale nella diffusione delle fake news, fungendo da veri e propri amplificatori di contenuti errati. Questo accade perché i social permettono una rapida diffusione di informazioni, facilitando la condivisione di contenuti non verificati. La facilità con cui le notizie possono essere condivise rende difficile per l’utente medio discernere la verità da ciò che è falso.

L’atteggiamento di vigilanza nei confronti delle notizie diffuse sulle piattaforme digitali è essenziale. Bassetti ha scritto un libro per aiutare le persone a riconoscere le fake news, incoraggiando una maggiore consapevolezza e attenzione. È necessario un approccio proattivo per contrastare questo fenomeno, in cui gli esperti di scienza e medicina devono farsi avanti, spiegando le informazioni corrette e smentendo quelle fuorvianti. La sfida della disinformazione richiede un impegno collettivo per proteggere la salute pubblica e garantire una comunicazione costruttiva e informata.

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