La neurologa: “Prevenire l’emicrania richiede un cambiamento di mentalità”

La dottoressa Pozo-Rosich evidenzia l’importanza di un cambiamento culturale nella gestione dell’emicrania, sottolineando la necessità di educazione e consapevolezza tra i giovani.

Patricia Pozo-Rosich, responsabile della Sezione del Dipartimento di Neurologia e Direttrice dell’Unità Clinica per il Dolore da Cefalea e Craniofacciale presso l’Ospedale Universitario Vall d’Hebron di Barcellona, ha sottolineato l’importanza di un cambiamento di mentalità nella gestione dell’emicrania. Durante un’intervista con Adnkronos Salute, ha presentato i risultati dello studio Resolution, presentati il 5 maggio 2025 all’11° Congresso dell’Accademia Europea di Neurologia (EAN) di Helsinki. Questo studio ha evidenziato l’efficacia di un intervento educativo e dell’uso di eptinezumab per i pazienti affetti da emicrania cronica e cefalea da uso eccessivo di farmaci, nota come Medication-overuse headache (MOH).

La necessità di un cambiamento culturale

La dottoressa Pozo-Rosich ha messo in evidenza come l’emicrania, a differenza di altre malattie come il diabete o l’ipertensione, non venga adeguatamente riconosciuta e compresa nella sua complessità. Questa condizione colpisce oltre 1 miliardo di persone nel mondo e inizia a manifestarsi già nell’adolescenza, interessando anche i bambini. Secondo l’esperta, la componente ormonale gioca un ruolo significativo, ma è fondamentale affrontare il problema in modo preventivo. La dottoressa ha affermato che l’educazione sulla salute del cervello dovrebbe iniziare nelle scuole medie, poiché l’emicrania può portare a conseguenze gravi come ansia e depressione. Con un numero crescente di giorni di emicrania al mese, la qualità della vita e la capacità di lavorare possono essere fortemente compromesse.

Educazione e consapevolezza

In Spagna, si stanno avviando programmi nelle scuole per sensibilizzare i giovani sull’importanza della salute del cervello. Pozo-Rosich ha sottolineato che la salute mentale e la gestione del dolore devono diventare parte integrante dell’educazione. Il rischio di sviluppare emicrania è significativo, con statistiche che indicano che 1 donna su 5 e 1 uomo su 10 ne saranno colpiti. È cruciale insegnare ai ragazzi come prendersi cura di sé e gestire il dolore in modo efficace, affinché possano vivere una vita libera da limitazioni.

Interventi e supporto professionale

L’emicrania può manifestarsi in modo significativo tra i 20 e i 30 anni, rendendo necessaria un’educazione specifica per affrontarla. Pozo-Rosich ha evidenziato che, con l’avanzare dell’età, l’emicrania raggiunge un picco di disabilità, colpendo in modo sproporzionato le donne. In questa fase, oltre all’educazione, è utile considerare interventi come la psicoterapia per aiutare i pazienti ad accettare la loro condizione. La consapevolezza pubblica è altrettanto importante; l’esperta sogna un futuro in cui non sia necessario spiegare cos’è l’emicrania, come avviene per altre malattie comuni.

Ascolto e diagnosi precoce

Pozo-Rosich ha sottolineato l’importanza di ascoltare i bambini che lamentano mal di testa, poiché l’emicrania ha una forte componente ereditaria. Se un genitore soffre di emicrania, è probabile che anche il figlio ne possa essere colpito. La dottoressa ha raccomandato di consultare un medico specialista in caso di mal di testa nei bambini, poiché la maggior parte dei casi di emicrania si verifica tra i 12 e i 14 anni, un periodo cruciale per lo sviluppo cerebrale. Trascurare i sintomi può portare a una cronicizzazione della malattia.

Il ruolo della medicina generale

Un maggiore coinvolgimento dei pediatri e dei medici di medicina generale è essenziale. Pozo-Rosich ha osservato che spesso questi professionisti minimizzano i sintomi, affermando che “non è niente”. In Spagna, si sta cercando di stabilire un consenso tra medici generali e specialisti per migliorare il percorso di diagnosi e cura dei pazienti. Sebbene ci sia una maggiore consapevolezza rispetto al passato, persiste la mancanza di un biomarcatore specifico per l’emicrania, il che rende difficile la diagnosi. La cefalea rappresenta una delle malattie neurologiche con il maggiore impatto economico, e l’esperta ha concluso sottolineando la necessità di investire in ricerca e formazione, partendo dai più giovani.

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