La storia di Fatuma, una madre etiope di 30 anni, rappresenta un esempio significativo degli sforzi compiuti da Cbm Italia per affrontare il problema del tracoma, una malattia che colpisce gravemente la vista e che è particolarmente diffusa nelle aree più impoverite dell’Etiopia. Nel contesto della Festa della mamma, il racconto di Fatuma emerge come un simbolo di speranza e resilienza.
La scoperta della malattia
Fatuma vive in un villaggio nel cuore dell’Etiopia, dove le condizioni igieniche sono estremamente precarie. Durante una delle campagne di sensibilizzazione organizzate da Cbm Italia, ha avuto l’opportunità di apprendere della sua condizione. “Tutto è iniziato circa due anni fa”, racconta Fatuma. “Sentivo prurito e i miei occhi lacrimavano costantemente. Nonostante i miei sforzi per migliorare la situazione, utilizzando rimedi artigianali, la mia condizione è peggiorata”. La giovane madre ha descritto come il suo stato di salute fosse diventato insostenibile, tanto da compromettere le sue attività quotidiane, come la cura della casa e la preparazione dei pasti.
Un giorno, un’operatrice di Cbm Italia, in visita nel suo villaggio, ha riconosciuto i sintomi del tracoma e l’ha immediatamente indirizzata verso una clinica oculistica. “Inizialmente ero riluttante a farmi visitare”, confessa Fatuma. “Tuttavia, ho capito che dovevo agire per il bene della mia famiglia”. La visita ha portato a un intervento chirurgico necessario per trattare il tracoma, un’esperienza che Fatuma ha descritto come meno spaventosa di quanto avesse temuto.
Il percorso verso la guarigione
Dopo l’intervento, Fatuma ha seguito con attenzione le indicazioni mediche. “Ho continuato a prendere i medicinali e, dopo alcune settimane, ho iniziato a sentirmi meglio”, spiega. Con il miglioramento della sua vista, Fatuma ha acquisito una nuova consapevolezza riguardo all’importanza dell’igiene. “Ora mi assicuro che i volti dei miei figli siano sempre puliti e li faccio lavare 2 o 3 volte al giorno”. Tuttavia, la preoccupazione per la salute della sua famiglia rimane alta, poiché ha notato che la sua figlia maggiore ha cominciato a mostrare segni di prurito e rossore agli occhi.
Fatuma è determinata a non ripetere gli errori del passato e intende parlare con gli operatori sanitari non appena torneranno nel suo villaggio. “Anche se seguiamo le indicazioni dei medici, l’igiene è una questione che riguarda l’intera comunità”, sottolinea. La mancanza di acqua pulita e le scarse condizioni igieniche rappresentano sfide significative per la salute dei suoi concittadini.
Il ruolo di Cbm Italia nella lotta al tracoma
Cbm Italia è attivamente coinvolta nella lotta contro il tracoma in Etiopia, dove ha implementato vari progetti per affrontare questa malattia. L’organizzazione adotta la strategia SAFE, raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che comprende interventi chirurgici, somministrazione di antibiotici, promozione dell’igiene del viso e miglioramento delle condizioni ambientali. In particolare, nella regione di Amhara, Cbm Italia ha avviato un programma di eliminazione del tracoma, sostenuto da Fondation Assistance Internationale e collaborando con il partner locale Orda.
Negli ultimi tre anni, questo programma ha raggiunto oltre 200.000 beneficiari e ha portato alla costruzione di 16 sistemi idrici, tra cui 12 pozzi e 4 sorgenti protette, per garantire l’accesso all’acqua pulita. Un aspetto fondamentale del progetto è l’accessibilità per le persone con disabilità, grazie alla realizzazione di rampe di accesso ai pozzi.
La storia di Fatuma non è isolata, ma rappresenta una delle tante esperienze di successo che evidenziano l’importanza degli interventi di Cbm Italia nella lotta contro il tracoma e il miglioramento delle condizioni di vita nelle comunità più vulnerabili dell’Etiopia.
