Le classifiche delle aziende sanitarie in Italia: eccellenze al Nord e criticità al Sud

Il rapporto dell’Agenas evidenzia un significativo divario nella qualità delle aziende sanitarie italiane, con eccellenze nel Nord e criticità nel Sud, richiedendo interventi per migliorare l’assistenza sanitaria.
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Il recente rapporto dell’Agenas, l’Agenzia nazionale dei servizi sanitari regionali, ha messo in luce come la qualità delle aziende sanitarie in Italia presenti un netto divario territoriale. Le strutture più performanti si trovano nel Nord del Paese, mentre le realtà più problematiche si collocano principalmente al Sud. In particolare, il Veneto si distingue con tre delle cinque migliori aziende sanitarie, mentre il Sud registra un numero significativo di istituzioni sotto la soglia di sufficienza.

Le cinque migliori aziende sanitarie in Italia

Analizzando i dati scientifici forniti dall’Agenas, le migliori aziende sanitarie italiane sono emerse chiaramente dalla valutazione. Ai vertici della classifica si trovano l’Asl 8 Berica di Vicenza, l’Ats di Bergamo e l’Asl Euganea di Padova. Queste strutture si distinguono per le loro performance nella gestione sanitaria e nell’assistenza ai pazienti. Completano la rosa delle eccellenze l’Asl Dolomiti di Belluno e l’Asl di Bologna. Queste cinque aziende rappresentano l’apice della qualità sanitaria in Italia e testimoniano l’eccellenza del sistema sanitario del Nord.

Dall’altra parte della classifica, le aziende sanitarie meno performanti sono quasi tutte situate al Sud, in particolare la Asl Napoli 1 centro, le cui carenze nei servizi e nella gestione sono state evidenziate nello studio. Ulteriori istituzioni che hanno ricevuto punteggi bassi includono le Asl di Crotone, Matera, Enna e Vibo Valentia. L’analisi dell’Agenas ha valutato complessivamente 110 Asl, dove solo 27 hanno ottenuto una valutazione alta e 30 sono risultate insufficienti.

Indicatori di performance e le disparità regionali

La valutazione delle aziende sanitarie da parte dell’Agenas si basa su un’analisi complessiva che considera 34 indicatori distinti, distribuiti in sei aree tematiche: prevenzione, assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera, sostenibilità economica e patrimoniale, e outcome. Gli indicatori permettono di esaminare vari aspetti della qualità dei servizi offerti, come ad esempio le percentuali di screening per il cancro della mammella, della cervice e del colon. Le Asl del Nord-est evidenziano una maggiore capacità di eseguire screening rispetto a quelle delle regioni meridionali, dove le percentuali risultano mediamente inferiori.

Anche in termini di assistenza distrettuale, le performance delle Asl si dimostrano più varie e i risultati più omogenei. Fattori come la presa in carico del territorio e le ospedalizzazioni evitabili sono stati considerati per comprendere l’efficacia delle cure primarie offerte in ciascuna area. Questo dimostra come le differenze regionali influiscano notevolmente sulla qualità dei servizi sanitari disponibili per la popolazione.

Differenze nella mortalità evitabile e nelle risorse economiche

Un altro aspetto preoccupante emerso dal rapporto riguarda la mortalità evitabile. Le Asl del Sud evidenziano performance significativamente peggiori rispetto a quelle del Centro-Nord. Questo è un indicatore chiave dello stato di salute della popolazione e mette in risalto la necessità di interventi mirati per migliorare le condizioni di vita e di assistenza sanitaria nelle regioni più colpite.

Nell’ambito della sostenibilità economico-patrimoniale, vengono nuovamente riscontrate differenze significative. Le Asl del Centro-Nord mostrano una gestione più efficiente dei costi e una maggiore tempestività nei pagamenti. Al contrario, molte Asl del Sud faticano sotto questo profilo, evidenziando un gap che richiede attenzione. Anche in termini di investimenti, la situazione non è rosea, poiché risulta infatti che le strutture meridionali stentano a innovarsi e a mantenere aggiornate le loro attrezzature.

Monitoraggio delle aziende ospedaliere

Esaminando le strutture ospedaliere, il rapporto dell’Agenas ha coinvolto 27 indicatori distribuiti in quattro aree: accessibilità, processi organizzativi, sostenibilità economico-patrimoniale e investimenti. Qui emerge un quadro piuttosto complesso, dove le migliori performance si registrano nuovamente nelle regioni del Nord. I tempi di attesa per interventi chirurgici e le performance del pronto soccorso sono stati oggetto di particolare attenzione, rivelando un divario significativo rispetto a quelle del Sud. La gestione delle emergenze e la rapidità delle cure risultano spesso inadeguate nelle strutture meridionali.

Tuttavia, in un’area specifica, quella degli investimenti, le aziende ospedaliere del Sud sembrano brillare. Infatti, la Campania ha mostrato buone performance in termini di investimento nella ristrutturazione e nell’aggiornamento delle tecnologie. Questo elemento rappresenta una luce nel panorama complessivo delle strutture ospedaliere, evidenziando come anche in situazioni di difficoltà economica ed organizzativa possano emergere realtà positive.

La realtà delle aziende sanitarie italiane richiede attenzione e un approccio vocato a miglioramenti strutturali, affinché ogni cittadino abbia accesso a un sistema sanitario qualitativamente adeguato, indipendentemente dalla propria regione di residenza.

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