Uno studio condotto in Danimarca ha rivelato che i primi segni di deterioramento metabolico nei bambini possono manifestarsi già in giovane età, specificamente a partire dai dieci anni. La ricerca, presentata al Congresso europeo sull’obesità (ECO) che si svolge a Malaga, in Spagna, fino al 14 maggio 2025, ha messo in evidenza un legame significativo tra l’obesità addominale durante l’infanzia e un aumento del rischio di problemi cardiometabolici.
Il legame tra obesità addominale e salute cardiaca
Secondo i risultati dello studio, i bambini che mostrano un aumento del rapporto vita-altezza, un indicatore di obesità addominale, hanno maggiori probabilità di sviluppare segni precoci di malattie cardiache. I ricercatori hanno esaminato un campione di 700 bambini coinvolti nel Copenhagen Prospective Studies on Asthma in Childhood, un importante studio longitudinale che ha monitorato i partecipanti fin dalla nascita fino all’età di dieci anni. I dati raccolti durante quattordici visite cliniche hanno permesso di valutare vari parametri di salute, tra cui pressione sanguigna e livelli di biomarcatori legati all’infiammazione.
Il dottor David Horner, principale autore dello studio e ricercatore presso l’Università di Copenaghen, ha sottolineato l’importanza di comprendere come l’obesità centrale durante l’infanzia possa essere correlata a problemi di salute a lungo termine. L’accumulo di grasso addominale profondo è considerato un fattore di rischio maggiore per le malattie cardiovascolari rispetto all’indice di massa corporea (BMI) tradizionale. L’analisi ha dimostrato che i bambini con un aumento del grasso addominale presentano punteggi di rischio cardiometabolico significativamente più alti rispetto ai loro coetanei.
Le traiettorie del rapporto vita-altezza
I ricercatori hanno identificato tre diverse traiettorie del rapporto vita-altezza tra i bambini monitorati. Il primo gruppo, definito “stabile”, comprendeva circa due terzi dei partecipanti. Un secondo gruppo, etichettato come “in crescita e poi stabilizzazione”, rappresentava circa un bambino su sei, mentre un terzo gruppo, “in lenta crescita”, includeva anch’esso circa un bambino su sei. Dopo aver analizzato i dati, è emerso che i bambini appartenenti al gruppo “in lenta crescita” avevano punteggi di rischio cardiometabolico superiori di 0,79 deviazioni standard rispetto al gruppo di riferimento.
Queste differenze evidenziano un significativo allontanamento dai livelli di rischio considerati normali, suggerendo un deterioramento della salute cardiometabolica già a dieci anni. I bambini di questo gruppo presentavano anche valori elevati di pressione sistolica e di biomarcatori come il peptide C e l’Homa-IR, indicatori di insulino-resistenza e di infiammazione cronica, entrambi associati a malattie cardiovascolari.
Implicazioni per la prevenzione
I risultati di questo studio mettono in luce la necessità di una diagnosi precoce e di interventi mirati per i bambini in sovrappeso. La salute cardiometabolica dei bambini è influenzata non solo dalla quantità di grasso addominale, ma anche dalla sua evoluzione nel tempo. Horner ha affermato che il livello di grasso addominale presente all’età di dieci anni è il più forte indicatore della futura salute cardiaca e metabolica.
Il monitoraggio del rapporto vita-altezza dovrebbe diventare parte integrante delle valutazioni di salute pediatriche, insieme al controllo del peso. Questo approccio potrebbe contribuire a prevenire malattie gravi in età adulta, come malattie cardiovascolari e metaboliche, e migliorare la qualità della vita dei bambini. Gli esperti raccomandano quindi un’attenzione particolare all’obesità addominale nelle pratiche cliniche quotidiane, per garantire una salute migliore per le generazioni future.
