Il 13 maggio 2025, durante l’evento ‘L’Ai Week’ tenutosi a Milano, la professoressa Anna Maria Colao, esperta di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo presso l’Università Federico II di Napoli, ha sottolineato l’importanza della qualità dei dati e della formazione nel contesto della gestione della salute dei pazienti con multimorbidità. L’intervista è stata rilasciata all’agenzia Adnkronos Salute, dove Colao ha evidenziato le sfide e le opportunità offerte dall’uso dell’intelligenza artificiale nella sanità.
Il percorso del paziente con multimorbidità
Colao ha descritto il patient journey di un paziente che presenta problematiche metaboliche, come il diabete, oltre a condizioni cardiologiche e nefrologiche. Questo percorso implica la necessità di interagire con diversi specialisti, tra cui diabetologi, cardiologi e nefrologi. La professoressa ha spiegato che il patient journey mira a semplificare e normalizzare il processo di presa in carico della salute, consentendo al paziente di ricevere le cure necessarie in modo coordinato. L’uso di software di intelligenza artificiale può rivelarsi cruciale in questo contesto, poiché permette di migliorare i tempi di attesa e l’interazione tra le competenze dei vari specialisti. Inoltre, Colao ha sottolineato come tali strumenti possano prevenire ripetizioni e interazioni pericolose tra farmaci, portando a un significativo progresso in ambito medico e scientifico.
L’importanza della qualità dei dati
Durante il suo intervento, la professoressa Colao ha messo in evidenza che l’intelligenza artificiale si basa su tecnologie avanzate e sulla costruzione di algoritmi. Ha spiegato il concetto di machine learning, evidenziando come la qualità dei dati inseriti nel sistema sia fondamentale per garantire risultati accurati. Colao ha avvertito che un inserimento errato o impreciso dei dati potrebbe portare l’algoritmo a svilupparsi in direzioni sbagliate, con conseguenze potenzialmente gravi. Pertanto, ha esortato tutti gli operatori del settore a prestare attenzione e a garantire che i dati siano inseriti in modo preciso e accurato.
Formazione e accesso alle tecnologie
Colao ha anche evidenziato la necessità di una maggiore formazione e educazione, in particolare per le fasce di popolazione meno avvezze all’uso delle tecnologie digitali. Ha riferito che le persone sopra i 60 anni, specialmente quelle che vivono in aree rurali o meno urbanizzate, spesso incontrano difficoltà nell’accesso e nell’utilizzo di strumenti digitali. La professoressa ha suggerito che le società scientifiche, insieme ai ministeri e alle istituzioni statali, possano svolgere un ruolo cruciale nel colmare questo divario formativo. Ha concluso esprimendo la speranza che i prossimi anni possano portare a un’accelerazione delle competenze digitali nel settore sanitario, coinvolgendo anche medici, infermieri e personale amministrativo.
