Leucemia linfatica cronica: ricerca italiana sulle terapie innovative per over 80

La ricerca dell’Università di Padova evidenzia l’efficacia delle terapie biologiche per i pazienti anziani con leucemia linfatica cronica, migliorando la gestione della malattia.

Il 28 aprile 2025, un’importante ricerca condotta dall’Università di Padova ha rivelato l’efficacia delle terapie biologiche per i pazienti anziani affetti da leucemia linfatica cronica. Questo tipo di tumore, sebbene raro, è il più comune tra le leucemie nella popolazione occidentale, con una significativa incidenza tra gli over 80. La gestione di questi pazienti rappresenta una sfida per la medicina, a causa della loro fragilità e della frequente esclusione dai trial clinici. Lo studio, pubblicato sulla rivista ‘Blood’, è stato coordinato da Andrea Visentin del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova, in collaborazione con Massimo Gentile della UOC di Ematologia di Cosenza. Sono stati analizzati i dati di oltre 120 pazienti provenienti da 23 istituti distribuiti su tutto il territorio nazionale, costituendo così il più ampio gruppo di pazienti ultraottantenni trattati con il farmaco venetoclax.

Il meccanismo d’azione del venetoclax

Il venetoclax è un principio attivo antitumorale che agisce attraverso l’inibizione della proteina BCL2, frequentemente alterata nei pazienti con leucemia linfatica cronica. Livio Trentin, ordinario di ematologia presso l’Università di Padova e direttore della UOC di Ematologia dell’azienda ospedaliera universitaria di Padova, ha spiegato che il farmaco induce la morte delle cellule leucemiche. La personalizzazione della terapia si è rivelata cruciale per ridurre gli effetti collaterali, permettendo di somministrare il farmaco a dosaggi più contenuti o di raggiungere la dose massima in modo graduale. “Riuscire a bilanciare l’efficacia del trattamento con la minimizzazione degli effetti collaterali è una delle sfide principali che ci attendono nei prossimi anni”, ha dichiarato Visentin.

Un contributo significativo dalla comunità

Il lavoro di ricerca ha visto il coinvolgimento di giovani ricercatori, tra cui Alessandro Cellini, assegnista di ricerca, e Andrea Serafin, specializzando, i quali hanno contribuito attivamente allo studio sui pazienti di età compresa tra 80 e 94 anni. Trentin ha sottolineato l’importanza sociale di questo progetto, realizzato grazie al supporto dell’associazione di volontariato “Ricerca per credere nella vita” (RCV), fondata da una paziente, Franca Boschello, e suo fratello Renzo. Questa associazione ha fornito sostegno alla struttura di ricerca per circa vent’anni, evidenziando l’importanza della collaborazione tra il mondo accademico e la comunità.

Il centro di riferimento europeo

Il team di ricerca dell’Ematologia dell’AOU di Padova si è affermato come uno dei principali centri di riferimento in Europa per la leucemia linfatica cronica. La presentazione di progetti e relazioni internazionali ha ulteriormente consolidato la reputazione del gruppo, che continua a lavorare per migliorare le opzioni terapeutiche per i pazienti anziani. La ricerca rappresenta un passo significativo nella lotta contro questa malattia, offrendo nuove speranze per una gestione più efficace e personalizzata delle terapie per gli anziani.

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