Maternità e professione: infermiera e dottoressa condividono esperienze alla Festa della mamma

Le professioniste della sanità affrontano sfide nel bilanciare carriera e maternità, come testimoniano le storie di un’infermiera e una dottoressa in occasione della Festa della mamma 2025.

Le professioniste della sanità si trovano ad affrontare sfide significative nel tentativo di bilanciare le loro carriere con la maternità e le responsabilità familiari. In occasione della Festa della mamma del 2025, emergono due storie emblematiche che illustrano il coraggio e la determinazione di una infermiera e di una dottoressa nel perseguire i propri sogni. Rosamaria Virgili, attualmente direttrice didattica di un corso di laurea in Infermieristica presso l’Università Tor Vergata di Roma, gestisce un gruppo di 40 studenti, mentre affronta anche le sfide della genitorialità, avendo un figlio e un marito. “Alle ragazze dico che è possibile realizzare i propri sogni”, afferma Virgili, che condivide la sua esperienza positiva come infermiera e madre, nonostante le difficoltà legate al disturbo dello spettro autistico di suo figlio. “Ho avuto il supporto della mia famiglia nel raggiungere i miei obiettivi professionali”, aggiunge.

Le sfide della professione

La direttrice racconta di una collega che, diventata madre lo scorso anno, stava considerando di lasciare il lavoro. Virgili sottolinea come la professione di infermiera sia fondamentale e non debba essere vista come un ostacolo alla maternità. “Essere madre e infermiera è un diritto e non dobbiamo rinunciarci”, afferma con convinzione. Con oltre il 90% dei suoi studenti donne, Virgili osserva che le difficoltà emergono soprattutto durante il tirocinio, dove le mamme-studentesse si trovano a dover gestire orari di lavoro e le esigenze dei loro figli. “Senza il supporto di un partner o dei genitori, le difficoltà aumentano”, spiega, ricordando come la sua azienda, l’Idi-Irccs, sia stata comprensiva durante i momenti difficili.

La gestione delle emozioni

Un altro aspetto difficile per le professioniste della salute è la gestione del tempo e delle emozioni. Giulia Zonno, medico e membro del Gruppo di lavoro donne medici dell’Omceo Bari, mette in evidenza come spiegare ai propri figli la morte e le malattie inguaribili rappresenti una sfida quotidiana. “I bambini si adattano, ma è difficile spiegare loro perché non siamo sempre presenti”, afferma Zonno, che ha due figli e condivide la professione con il marito. La dottoressa sottolinea che la situazione per le mamme medici sta migliorando, ma le donne continuano a sentirsi svantaggiate rispetto ai colleghi maschi. “Le mamme devono spesso rinunciare a opportunità professionali per dedicarsi alla famiglia”, afferma, evidenziando come la passione per il lavoro possa entrare in conflitto con le responsabilità familiari.

Equilibrio tra carriera e famiglia

La maternità e la carriera medica si intrecciano in modi complessi. Zonno osserva che le capacità organizzative acquisite nella gestione della famiglia possono risultare vantaggiose anche sul lavoro. Tuttavia, è cruciale trovare un equilibrio tra impegni professionali e familiari. “Un medico dirigente ha responsabilità significative e deve saper gestire il proprio tempo in modo efficace”, spiega. Secondo i dati forniti dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, la maggior parte dei medici italiani sotto i 50 anni è composta da donne. Tuttavia, il percorso formativo lungo e complesso può ritardare la maternità rispetto ad altre professioni.

Servizi per l’infanzia

Infine, Zonno tocca un tema pratico: la disponibilità di servizi per l’infanzia. “A Brescia, dove vivevo prima, c’erano asili convenzionati con l’ospedale che facilitavano i genitori turnisti”, racconta. A Bari, però, tali opportunità mancano, evidenziando la necessità di organizzare meglio i servizi per le famiglie. La storia di queste professioniste della sanità è un messaggio di speranza e determinazione per le giovani donne che stanno muovendo i primi passi nel mondo del lavoro.

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