Medici avvertono: l’età biologica influisce sulla salute della pelle

La Società Italiana di Medicina Ambientale avverte sui rischi per la pelle causati da ondate di calore e inquinamento atmosferico, aumentando il rischio di tumori cutanei.

Il 1° luglio 2025, la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ha lanciato un allerta riguardante l’impatto delle ondate di calore e dell’inquinamento atmosferico sulla pelle umana. Secondo gli esperti, l’aumento delle temperature nelle città italiane non solo accelera il processo di invecchiamento cutaneo, ma incrementa anche il rischio di sviluppare tumori della pelle. Con l’arrivo dell’estate, la pelle diventa un elemento cruciale, fungendo da barriera contro i raggi solari e, allo stesso tempo, come obiettivo vulnerabile per l’inquinamento e il caldo intenso che caratterizzano gli ambienti urbani.

Effetti dell’inquinamento sulla salute della pelle

La Sima ha evidenziato che l’inquinamento atmosferico compromette l’equilibrio del microbiota cutaneo, favorendo processi infiammatori e accelerando l’invecchiamento cellulare. Uno studio pubblicato nel ‘Journal of Investigative Dermatology’ ha esaminato la pelle di 400 donne di età compresa tra i 70 e gli 80 anni, rivelando che quelle residenti in aree urbane ad alta esposizione al traffico e al particolato fine (PM2.5) mostrano un’incidenza di iperpigmentazioni superiore fino al 20% rispetto a chi vive in zone meno inquinate. Questo impatto è paragonabile a quello causato dal fumo di sigaretta. Inoltre, l’ozono troposferico, un inquinante che aumenta durante l’estate, è stato associato a un incremento della profondità e diffusione delle rughe. Ricerche tedesche hanno dimostrato che l’ozono degrada i lipidi protettivi della pelle, causando uno stress ossidativo persistente.

Il caldo e il suo impatto biologico

Il caldo estremo, sempre più comune durante le estati nelle città, influisce direttamente sull’orologio biologico della pelle. Una ricerca americana pubblicata su ‘Science Advances’ nel 2025 ha dimostrato che l’esposizione a temperature superiori ai 32 gradi è correlata a un invecchiamento biologico precoce. Le persone che vivono in aree soggette a caldo intenso mostrano un’età biologica fino a 14 mesi superiore rispetto a chi abita in zone più fresche. Questo dato preoccupante sottolinea l’importanza di considerare le condizioni ambientali nella salute della pelle.

Rischi oncologici e prevenzione

Alessandro Miani, presidente della Sima, ha avvertito che i danni estetici rappresentano solo una parte del problema. L’invecchiamento cutaneo dovuto a inquinamento, calore e radiazioni UV è strettamente legato a un aumento del rischio oncologico. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre il 90% dei tumori cutanei non melanoma è attribuibile all’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti, sia naturali che artificiali. In Italia, i dati dell’Associazione Italiana Registri Tumori mostrano un trend in crescita con circa 24.000 nuovi casi di melanoma registrati nel 2023, evidenziando un incremento del 20% negli ultimi dieci anni. Le aree urbane, caratterizzate da un effetto isola di calore e da una scarsa copertura vegetale, presentano un rischio particolarmente elevato.

Raccomandazioni per la protezione della pelle

Per proteggere la pelle, la Sima ha fornito alcune raccomandazioni pratiche, che risultano fondamentali soprattutto durante il periodo estivo. È consigliabile evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore centrali della giornata, dalle 11 alle 16, e applicare quotidianamente creme solari a largo spettro. È importante integrare l’alimentazione con antiossidanti naturali e frequentare aree verdi, che contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria. Monitorare i livelli di ozono e PM2.5 tramite app o bollettini è essenziale per evitare attività fisica all’aperto nei giorni critici. L’uso di prodotti dermatologici contenenti prebiotici e postbiotici rappresenta una strategia innovativa per preservare la salute della pelle.

Paolo Mezzana, chirurgo plastico e Coordinatore Sima per la Regione Lazio, ha sottolineato l’importanza di vivere a contatto con la natura, anche nelle città, per ridurre il carico tossico e favorire i processi rigenerativi. Integrare verde, acqua, ombra e biodiversità negli spazi urbani non è solo una scelta estetica, ma una strategia fondamentale per la salute pubblica.

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