Medici del pronto soccorso avvertono: “Senza piano B, rischio chiusura”

Il presidente della Simeu chiede miglioramenti per le condizioni di lavoro e le retribuzioni di medici e infermieri nel settore dell’emergenza, evidenziando criticità e necessità di interventi urgenti.

Alessandro Riccardi, presidente della Società Italiana Medicina di Emergenza-Urggenza (Simeu), ha lanciato un appello urgente per affrontare le problematiche legate alle condizioni di lavoro nel settore della medicina d’emergenza, evidenziando la necessità di migliorare le retribuzioni per medici e infermieri. Durante un’intervista rilasciata il 18 giugno 2025, Riccardi ha sottolineato l’importanza di riconoscere il lavoro nel pronto soccorso come usurante, richiedendo l’implementazione di un riposo annuale obbligatorio aggiuntivo alle ferie.

La fine dei contratti a gettone e le sue conseguenze

A partire dal 31 luglio 2025, le Aziende Sanitarie Locali (Asl) e gli ospedali non potranno più stipulare nuovi contratti con cooperative per medici a gettone. Questa decisione, sebbene ben accolta da Riccardi e dal ministro della Salute Orazio Schillaci, apre a una fase di incertezze per la copertura delle carenze di personale nei reparti, in particolare nei pronto soccorso, che già soffrono per una cronica mancanza di medici e infermieri. Con l’arrivo dell’estate, le carenze di personale si sommano alle ferie dei lavoratori e all’aumento degli accessi nei dipartimenti di emergenza, creando una situazione critica.

Riccardi ha avvertito che senza una pianificazione alternativa, i pronto soccorso potrebbero trovarsi in difficoltà nel garantire un’adeguata assistenza. “È fondamentale trovare rapidamente una soluzione, incentivare il lavoro nell’emergenza-urgenza e aumentare gli stipendi“, ha dichiarato, evidenziando la necessità di forme contrattuali che permettano di assumere professionisti competenti e preparati.

Il ricorso alle cooperative e la mancanza di trasparenza

Negli ultimi anni, l’utilizzo di cooperative per la gestione di medici libero professionisti è aumentato significativamente. Riccardi ha stimato che circa il 30% dei dipartimenti di emergenza-urgenza ha fatto ricorso a medici a gettone, con punte che raggiungono l’80% in alcune strutture. Questo fenomeno ha generato preoccupazioni per la mancanza di trasparenza riguardo alla qualifica dei professionisti che assistono i pazienti. “Il cittadino non è consapevole del fatto che il medico o l’infermiere che lo sta assistendo potrebbe non essere un dipendente della struttura“, ha affermato Riccardi, chiedendo che venga considerato un obbligo informare i cittadini su questa situazione.

Durante gli Stati Generali della Prevenzione tenutisi a Napoli, il ministro Schillaci ha suggerito che i fondi attualmente spesi per i gettonisti potrebbero essere reindirizzati verso nuove assunzioni. Tuttavia, Riccardi ha sottolineato che le cooperative spesso impongono restrizioni che impediscono l’assunzione dei medici dopo la scadenza dei loro contratti. “È necessaria un’intervento del ministero per risolvere questa problematiche“, ha aggiunto.

Le differenze regionali e la necessità di un approccio migliorato

Riccardi ha evidenziato che l’impatto della scadenza del 31 luglio varierà a seconda della regione e della struttura sanitaria. In alcune realtà, è stato possibile stipulare contratti libero-professionali con medici che avevano precedentemente lavorato come gettonisti, ma questa non è considerata una soluzione ottimale. “Quando le aziende interagiscono direttamente con i professionisti per contratti a tempo determinato, si garantisce una selezione più accurata rispetto a quella delle cooperative“, ha spiegato.

Il presidente di Simeu ha ribadito la necessità di migliorare le condizioni di lavoro nel settore, sottolineando che il burnout, le aggressioni e il fenomeno del “boarding“, in cui i pazienti attendono un ricovero, sono problematiche sempre più diffuse. Conclude affermando che il lavoro di medici e infermieri nell’emergenza-urgenza è insostituibile e auspica un confronto costruttivo con il ministro della Salute, mantenendo aperta la porta al dialogo.

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