Nuove diagnosi di HIV in Italia: i dati allarmanti del 2022 e l’emergenza prevenzione

Aumento delle diagnosi di HIV in Italia nel 2022, con 2.349 nuovi casi, soprattutto tra i maschi di età 30-39 anni; necessaria una maggiore sensibilizzazione e prevenzione per affrontare l’emergenza.
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Il fenomeno delle nuove diagnosi di HIV in Italia sta tornando a livelli pre-pandemia dopo il calo registrato nel 2020. Secondo i dati più recenti forniti dal Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità , nel 2022 sono state registrate 2.349 nuove diagnosi, con una particolare incidenza tra i maschi nella fascia d’età 30-39 anni. La situazione, sebbene non sfuggita all’attenzione, solleva interrogativi sulla necessità di un rafforzamento delle campagne di sensibilizzazione e di prevenzione.

L’andamento delle diagnosi e le fasce più colpite

I dati del Centro Operativo AIDS dell’Iss mostrano un incremento significativo delle nuove diagnosi di HIV. Nel 2022, il numero è cresciuto rispetto alle 2.140 diagnosi del 2021 e si avvicina al trend di 2.510 casi del 2019. La fascia d’età di maggior rischio è quella tra i 30 e i 39 anni, con i maschi che rappresentano il principale gruppo colpito. Tra le regioni italiane, il Lazio si distingue per una diffusione maggiore della malattia, con una prevalenza di 5,5 nuovi casi ogni 100.000 residenti. Seguono l’Umbria e l’Emilia-Romagna, entrambe con 5,0 casi ogni 100.000 residenti.

Barbara Suligoi, direttrice del Centro Operativo AIDS, alerta sul fatto che l’aumento delle diagnosi è un indicatore allarmante, in linea con l’andamento delle altre infezioni a trasmissione sessuale, prevalentemente tra i giovani. La continua crescita delle diagnosi tardive di infezione da HIV è preoccupante, poiché più del 40% dei nuovi diagnosi presenta valori di linfociti CD4 inferiori a 350. Ciò suggerisce che molti pazienti scoprono la loro condizione solo quando la malattia è già in fase avanzata.

Motivazioni dell’accesso al test e screening

La motivazione principale che spinge gli individui a effettuare il test per l’HIV è spesso la presenza di sintomi correlati alla patologia, rappresentando il 35% dei casi. Al secondo posto si trovano i comportamenti sessuali a rischio, che incidono per il 19,6%. Solo una piccola percentuale, il 12,3%, degli individui che hanno ricevuto una nuova diagnosi nel 2023 si sono sottoposti a test di routine o screening in seguito a campagne informative.

Questa situazione pone in evidenza la necessità di una maggiore sensibilizzazione riguardo all’HIV e alle procedure di screening nella popolazione generale, in particolare tra i giovani, che risultano essere il gruppo più vulnerabile. Le campagne di informazione dovrebbero focalizzarsi sull’importanza della prevenzione e dell’accesso ai test, per permettere una diagnosi tempestiva e un intervento terapeutico adeguato.

L’emergenza AIDS e la risposta sanitaria

Nel 2022 le nuove diagnosi di AIDS sono state 532, un dato in crescita rispetto alle 444 diagnosi registrate nel 2021. Nonostante i progressi compiuti dalla medicina, grazie anche a nuove terapie, l’AIDS non deve essere considerato un problema superato. Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss, sottolinea l’importanza della prevenzione e della continua vigilanza su questa malattia.

Il messaggio centrale rimane chiaro: è essenziale non abbassare la guardia riguardo all’HIV e all’AIDS. Le politiche di prevenzione devono essere implementate con urgenza, soprattutto tra i giovani, per combattere la diffusione di queste patologie e promuovere una maggiore consapevolezza generale.

Le recenti statistiche mettono in luce un’importante sfida per la salute pubblica in Italia. La strada da percorrere è lunga e richiede un impegno collettivo da parte delle istituzioni, dei professionisti della salute e della società civile nella lotta contro l’HIV e le sue complicazioni, per garantire un futuro in cui le nuove diagnosi possano essere contenute e gestite in modo efficace.

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