In Italia, il fenomeno dell’obesità grave tra i bambini e gli adolescenti sta assumendo proporzioni preoccupanti. Attualmente, oltre 100.000 giovani sotto i 17 anni convivono con questa condizione, che non solo si manifesta in età precoce, ma presenta anche rischi significativi per la salute. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il 2,6% dei bambini di 8-9 anni è affetto da obesità grave. Questa situazione è stata oggetto di discussione durante il congresso nazionale della Società Italiana di Pediatria, tenutosi a Napoli dal 29 maggio 2025.
Rischi associati all’obesità grave
L’obesità grave in età evolutiva comporta gravi conseguenze a breve e lungo termine. Gli esperti, tra cui il professor Claudio Maffeis dell’Università di Verona, avvertono che i bambini affetti da questa condizione sono a rischio di sviluppare malattie come ipertensione, diabete di tipo 2 e dislipidemia. Inoltre, possono manifestare problemi psicologici come ansia e isolamento sociale, con una riduzione dell’aspettativa di vita che può superare i 15 anni rispetto ai coetanei normopeso. È essenziale riconoscere e trattare tempestivamente l’obesità grave per prevenire la trasformazione di un sovrappeso in una malattia cronica.
Il ruolo del pediatra e la diagnosi precoce
La diagnosi precoce è cruciale e spetta al pediatra, che deve distinguere tra obesità primitiva e forme secondarie legate a fattori genetici o patologie. Campanelli d’allarme come l’esordio precoce di obesità, disturbi cognitivi e comportamenti alimentari incontrollati devono essere attentamente monitorati. La definizione di obesità grave, secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si basa sul superamento del 99° percentile del BMI per età e sesso. Un indicatore semplice da osservare è il rapporto vita/statura: se la circonferenza della vita supera il 50% dell’altezza, è un segnale di allerta.
Interventi e prevenzione
Gli esperti sottolineano che è fondamentale intervenire tempestivamente. I programmi intensivi sullo stile di vita possono ridurre il BMI in oltre il 50% dei bambini tra i 6 e i 9 anni, mentre gli adolescenti mostrano una risposta molto limitata. Rino Agostiniani, presidente della Società Italiana di Pediatria, evidenzia l’importanza della prevenzione precoce per contrastare l’aumento dell’obesità grave. Controlli regolari dal pediatra e uno stile di vita sano in famiglia sono elementi chiave per affrontare questa problematica.
Trattamenti e approcci terapeutici
Accanto a dieta e attività fisica, è disponibile un nuovo approccio terapeutico in Italia: i farmaci agonisti del recettore GLP-1, già utilizzati per gli adulti e ora prescrivibili anche per gli adolescenti dai 12 anni. Questi farmaci aiutano a regolare il senso di fame e sazietà, mostrando efficacia nel ridurre il peso e i fattori di rischio cardiometabolico. Tuttavia, devono essere somministrati in centri specializzati e all’interno di un percorso multidisciplinare. È importante notare che il costo di questi farmaci è attualmente a carico dell’assistito, mentre altre molecole promettenti saranno presto disponibili per i giovani pazienti.
La lotta contro l’obesità grave richiede un approccio integrato e multidisciplinare, dove la collaborazione tra pediatri, nutrizionisti e psicologi diventa fondamentale per affrontare questa emergenza sanitaria.
