Quici (Cimo-Fesmed): “Importanza della valorizzazione dei professionisti nella prevenzione”

Il presidente del sindacato medici Cimo-Fesmed, Guido Quici, denuncia le lunghe liste d’attesa e la crisi di personale nel settore sanitario italiano, chiedendo interventi urgenti.

Il 10 aprile 2025, Guido Quici, presidente del sindacato medici Cimo-Fesmed, ha espresso preoccupazioni riguardo alle attuali liste d’attesa nel settore sanitario italiano durante l’evento “Salute e sanità, il doppio binario”, tenutosi al Palazzo dell’Informazione Adnkronos a Roma. Quici ha sottolineato che la situazione attuale è caratterizzata da un’offerta sanitaria che non riesce a soddisfare i reali bisogni di salute dei cittadini, creando un terreno fertile per lo scontro tra le forze politiche e le istituzioni.

Problemi delle liste d’attesa

Durante il suo intervento, Quici ha messo in evidenza come i tempi d’attesa prolungati rappresentino un problema persistente, non solo per i pazienti, ma anche per il sistema sanitario nel suo complesso. Ha affermato che le lunghe liste d’attesa non sono solo un sintomo di inefficienza, ma anche un’opportunità per conflitti politici, poiché le istituzioni sembrano riluttanti ad affrontare le questioni sottostanti. “I tempi lunghi delle liste di attesa sono terreno fertile solo per lo scontro tra le istituzioni e le varie forze politiche”, ha dichiarato Quici, evidenziando l’urgenza di un intervento concreto per migliorare la situazione.

Necessità di valorizzare i professionisti

Quici ha anche sottolineato l’importanza di valorizzare i professionisti del settore sanitario per prevenire la fuga di medici dalle strutture pubbliche. Ha evidenziato che il settore sta affrontando una crisi di personale, con un numero sempre crescente di medici che abbandonano le strutture sanitarie. “Bisogna valorizzare i professionisti per evitare la fuga dalle strutture e incidere sulla prevenzione primaria, secondaria e terziaria”, ha affermato. Secondo lui, la mancanza di personale e le strutture chiuse a causa di un insufficiente numero di medici sono conseguenze dirette dei tagli nel settore sanitario avvenuti negli ultimi dieci anni.

Un’offerta sanitaria inadeguata

Quici ha denunciato che l’offerta sanitaria attuale è significativamente inferiore rispetto ai bisogni reali della popolazione. “Veniamo da 10 anni di tagli nella sanità, per cui venendo meno le strutture, intendo dire posti letto e ambulatori, e venendo meno personale per il blocco del tetto di spesa”, ha spiegato. Questa situazione ha portato a un deficit di diagnosi secondarie e terziarie, aggravando ulteriormente le liste d’attesa. “Le lunghe liste di attesa sono anche legate al fatto che la nostra offerta sanitaria in questo momento è inferiore rispetto ai bisogni reali di salute dei cittadini”, ha concluso.

Il messaggio di Quici è chiaro: è necessario un intervento urgente per affrontare le carenze del sistema sanitario e garantire che le strutture siano in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze della popolazione.

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