L’assistenza per le persone affette da diabete in Italia mostra progressi significativi, con un miglioramento della qualità della vita per i pazienti. Secondo i dati recenti, la percentuale di individui che raggiunge i valori ottimali di emoglobina glicata rimane costante, mentre aumenta il numero di coloro che mantengono il colesterolo sotto controllo. Nel caso del diabete di tipo 2, si osserva una diminuzione della percentuale di pazienti obesi, un risultato attribuibile all’uso crescente di farmaci più efficaci. Tuttavia, persistono delle difficoltà in alcune aree, come il monitoraggio del piede diabetico e della retinopatia diabetica, così come l’uso limitato dei microinfusori per il diabete di tipo 1 e la gestione della pressione alta nei pazienti con diabete di tipo 2.
Dati dagli annali amd 2024
I dati presentati provengono dagli Annali Amd 2024, un’analisi completa della gestione del diabete nelle strutture specialistiche italiane, curata dall’Associazione Medici Diabetologi. Questo report, che ha una storia di vent’anni e ha censito oltre 750.000 italiani affetti da diabete, è stato svelato al Senato il 2 dicembre 2025, durante un convegno voluto dalla senatrice Daniela Sbrollini, con il supporto degli Intergruppi Parlamentari per l’Obesità, il Diabete e le Malattie Croniche Non Trasmissibili.
Giuseppina Russo, coordinatrice nazionale degli Annali Amd, ha sottolineato che oltre 300 centri di diabetologia partecipano all’indagine, compilando una cartella clinica informatizzata che funge da registro clinico del diabete in Italia. Attualmente, i dati raccolti riguardano 48.041 pazienti con diabete di tipo 1, 680.122 con diabete di tipo 2 (un incremento di oltre 100.000 rispetto all’anno precedente) e 13.785 donne in gravidanza con diabete. L’ampiezza e la rappresentatività del progetto hanno attratto l’attenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha dedicato un caso studio agli Annali.
Caratteristiche della popolazione diabetica
La popolazione affetta da diabete di tipo 1 sta invecchiando, con un’età media che raggiunge quasi i 49 anni e una crescente percentuale di pazienti over 65, pari al 18,3%. Anche l’obesità sta aumentando, passando dal 13,9% al 14,3% rispetto all’ultima rilevazione. Russo ha evidenziato che l’invecchiamento e l’aumento del peso corporeo rappresentano sfide significative nella gestione di questi pazienti, poiché aumenta il rischio di complicanze micro e macro-vascolari. Attualmente, circa il 40% del campione raggiunge gli obiettivi di cura per la pressione arteriosa, il 36,2% per l’emoglobina glicata e oltre il 46% mantiene il colesterolo entro limiti accettabili, un miglioramento rispetto al 42,7% dell’anno precedente. La retinopatia diabetica è la complicanza cronica più comune, colpendo il 21,8% dei pazienti.
Diabete di tipo 2 e tendenze attuali
Anche i pazienti con diabete di tipo 2, visitati nei centri aderenti al circuito Annali, mostrano un invecchiamento significativo, con una percentuale di over 75 anni che è aumentata dal 34,8% al 36%. La percentuale di obesità è diminuita ulteriormente, scendendo dal 36% al 35%, evidenziando un miglioramento nella gestione del peso. La stabilità al 56% di chi controlla l’emoglobina glicata e l’aumento al 44% di chi ha il colesterolo regolare (rispetto al 40,2% della rilevazione precedente) sono segnali positivi, ma solo il 26,5% raggiunge valori pressori adeguati. La riduzione dell’obesità potrebbe essere attribuita all’uso crescente di nuovi farmaci per il diabete. Le complicanze croniche più comuni nel diabete di tipo 2 rimangono la malattia renale e quella cardiovascolare, riscontrate rispettivamente nel 50% e nel 15% dei pazienti, seguite dalla retinopatia diabetica (12%).
Diabete gestazionale e interventi necessari
Per quanto riguarda il diabete gestazionale, il 52,2% delle donne ha effettuato la curva glicemica secondo le linee guida, tra la 24esima e la 28esima settimana di gravidanza. Si registra una leggera diminuzione delle diagnosi tardive, scese dal 14,4% al 13,6%. I fattori di rischio più comuni includono l’età superiore ai 35 anni (41,1%), seguita dall’obesità pregravidica e dalla familiarità per il diabete (13%). Dopo la diagnosi, il 61,8% delle pazienti ha modificato lo stile di vita e la dieta, mentre il 38,2% ha iniziato la terapia insulinica, solitamente a partire dalla 28esima settimana di gestazione.
Riccardo Candido, presidente di Amd, ha dichiarato che i dati presentati rappresentano una fotografia reale della qualità delle cure fornite in Italia ai pazienti diabetici. Questi dati, basati su evidenze concrete, sono fondamentali per pianificare le politiche sanitarie necessarie per affrontare una delle patologie croniche più diffuse a livello globale. Candido ha anche sottolineato la necessità di migliorare la raccolta di dati sulle complicanze come il piede diabetico e la retinopatia, suggerendo l’implementazione di retinografi nei centri di diabetologia per facilitare il monitoraggio della salute oculare nei pazienti diabetici.
Graziano Di Cianni, presidente della Fondazione Amd, ha evidenziato l’importanza della ricerca clinica osservazionale sviluppata dagli Annali, con oltre 60 articoli pubblicati su riviste internazionali. La banca dati continua ad espandersi, consentendo di affrontare le sfide future nella gestione del diabete e migliorando le cure per tutti i pazienti affetti da questa condizione.
