Durante la pandemia da Covid-19, l’uso delle mascherine è diventato predominante, in particolare nelle strutture sanitarie. Tuttavia, nuove indicazioni da parte delle autorità europee stanno sollevando preoccupazioni circa l’efficacia di alcuni di questi dispositivi, in particolare le mascherine con elastici dietro le orecchie. Le avvertenze rilasciate da organismi come l’HSE britannica e l’INRS francese mettono in evidenza i potenziali rischi che queste mascherine possono comportare per gli operatori sanitari.
Mascherine con elastici: rischi e vulnerabilità
Le mascherine comunemente utilizzate nei contesti ospedalieri, solitamente con elastici dietro le orecchie, presentano alcune vulnerabilità rispetto a modelli più tradizionali. Secondo studi condotti da esperti nel settore, tra cui quelli pubblicati da Assosistema Safety, l’utilizzo di questi dispositivi a basso costo e spesso importati potrebbe non garantire la tenuta necessaria per proteggere adeguatamente gli operatori. Mentre i facciali filtranti con elastici posteriori alla nuca offrono una maggiore aderenza, le mascherine con elastici “ear-loop” potrebbero consentire all’aria contaminata di entrare direttamente nei polmoni senza un’adeguata filtrazione. Questo è un problema particolarmente grave per chi lavora in ospedale, dove l’esposizione a particelle nocive e agenti patogeni è costante, aumentando il rischio di infezioni e problemi respiratori.
Le autorità sanitarie, pertanto, consigliano l’uso di mascherine filtranti di classe FFP2 e FFP3, che sono progettate per offrire una maggiore protezione, poiché aderiscono meglio al volto e riducono il rischio di esposizione. È cruciale che le istituzioni sanitarie prestino attenzione a queste raccomandazioni per garantire la salute e la sicurezza di tutti gli operatori.
L’importanza del fit-test per la selezione delle mascherine
Un aspetto fondamentale nel garantire la sicurezza degli operatori sanitari è il fit-test, ovvero un metodo di verifica dell’adattabilità delle mascherine. Come spiegato da Claudio Galbiati, presidente di Assosistema Safety, questo test è essenziale per valutare l’efficacia di un dispositivo di protezione individuale. Ogni operatore deve sottoporsi a questo test con ogni mascherina utilizzata per assicurarsi che aderisca perfettamente al volto, contribuendo a prevenire la penetrazione di aria contaminata.
Il fit-test non è solo un parametro tecnico, ma è un passaggio cruciale che permette agli operatori di lavorare con la certezza di essere correttamente protetti. Questo processo di valutazione dovrebbe diventare una prassi standard all’interno delle strutture sanitarie, affinché non si trascuri la sicurezza in ambienti ad alto rischio.
Valutazione attenta nella selezione delle mascherine
Un’altra questione sollevata riguardo l’uso delle mascherine negli ospedali è la necessità di effettuare una valutazione attenta nella scelta dei dispositivi di protezione. Matteo Nevi, direttore generale di Assosistema Confindustria, ha evidenziato che le strutture sanitarie devono considerare due obblighi fondamentali: garantire la sicurezza degli operatori e dei pazienti e proteggere dai rischi presenti all’interno del contesto ospedaliero.
Una selezione accurata dei prodotti non solo deve soddisfare i requisiti normativi, ma deve anche tenere conto delle specifiche esigenze di salute e sicurezza. Negli ambienti in cui gli operatori sono esposti a situazioni potenzialmente pericolose, l’adozione di mascherine adeguate è di vitale importanza per mantenere un elevato standard di protezione. Investire in dispositivi di qualità non solo tutela la salute, ma contribuisce anche a creare un ambiente lavorativo più sicuro e protetto, in cui operatori e pazienti possono convivere senza il timore di rischi addizionali.