La sonnolenza diurna e un generale disinteresse verso le attività quotidiane potrebbero rivelarsi indicatori preoccupanti di un possibile sviluppo di demenza nelle persone anziane. Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Neurology, riportato da importanti fonti, evidenzia come queste condizioni possano aumentare significativamente il rischio di sviluppare una sindrome che precede la demenza vera e propria. La ricerca mette in luce l’importanza di un attento monitoraggio dei disturbi del sonno per prevenire gravi declini cognitivi futuri.
Implicazioni della sonnolenza sulla salute cognitiva
La sonnolenza diurna e la mancanza di entusiasmo per le attività quotidiane non sono solo segnali di affaticamento. Secondo i risultati di questa ricerca, questi sintomi possono rappresentare un precursore di una condizione definita ‘re-demenza’, che si manifesterebbe prima dell’insorgere della demenza. Tale condizione è caratterizzata da sintomi come una diminuzione della velocità di camminata e leggeri problemi di memoria, anche in assenza di disabilità motorie evidenti. La sindrome del rischio cognitivo motorio, come è stata chiamata dai ricercatori, risulta quindi significativa nel quadro dello sviluppo cognitivo degli anziani.
Victoire Leroy, autrice principale dello studio e ricercatrice presso l’Albert Einstein College of Medicine, sottolinea la necessità di aiuti diagnostici per i disturbi del sonno. “I risultati del nostro studio suggeriscono che i problemi di sonno possono essere affrontati e, in tal modo, si potrebbe prevenire un declino cognitivo futuro,” ha affermato. Questo rimarca l’importanza di una diagnosi e un intervento tempestivo per migliorare la qualità della vita degli anziani e potenzialmente rallentare o prevenire il deterioramento cognitivo.
Il metodo della ricerca e i partecipanti
L’indagine ha coinvolto un campione di 445 adulti con un’età media di 76 anni, tutti privi di diagnosi di demenza al momento dell’inizio dello studio. I partecipanti sono stati sottoposti a questionari dettagliati sull’igiene del sonno e sull’esperienza di problemi di memoria. Inoltre, è stata misurata la loro velocità di camminata attraverso l’uso di un tapis roulant specificamente progettato per la raccolta di dati di ricerca.
Dei partecipanti, 177 rientravano nella categoria dei ‘cattivi dormitori’, mentre 268 sono stati classificati come ‘buoni dormitori’. All’inizio dello studio, 42 individui avevano già manifestato segni della sindrome del rischio cognitivo motorio. Durante il periodo di osservazione, ulteriori 36 partecipanti hanno sviluppato la sindrome, riflettendo un cambiamento significativo nel loro stato.
Differenze statisticamente rilevanti
L’analisi dei dati raccolti ha mostrato risultati preoccupanti riguardo ai fattori di rischio legati alla sonnolenza diurna. Tra coloro che presentavano eccessiva sonnolenza e una mancanza di entusiasmo, il 35,5% ha mostrato segni della sindrome del rischio cognitivo motorio. Al contrario, solo il 6,7% dei partecipanti senza questi problemi ha sviluppato analoghi sintomi. Questo mette in luce un’associazione statisticamente rilevante, evidenziando come le persone con eccessiva sonnolenza diurna e apatia abbiano più di tre volte la probabilità di sviluppare la sindrome rispetto a chi non presenta tali difficoltà.
I risultati di questo studio evidenziano la criticità della salute del sonno nella fascia anziana della popolazione e la necessità di attuare interventi mirati per migliorare la qualità del sonno e, di conseguenza, diminuire il rischio di condizioni cognitive gravi. Con una comprensione più profonda di questi legami, possono essere sviluppate strategie efficaci per monitorare, prevenire e trattare problemi di sonno in modo da tutelare la salute cognitiva della popolazione anziana.