Russare rappresenta un problema significativo per il 54% della popolazione italiana di età compresa tra i 15 e i 74 anni, corrispondente a oltre 24 milioni di persone. Questa condizione non è solo un fastidio, ma può avere implicazioni gravi per la salute. Affrontare il russamento è fondamentale per prevenire malattie serie, e per questo motivo è stata istituita una nuova disciplina medica: la roncologia, che si occupa di studiare il russamento, noto in termini medici come roncopatia. La Accademia Italiana di Roncologia (AIR) è stata presentata il 2 aprile 2025 presso l’Ospedale Auxologico San Luca di Milano, dove si integra con la medicina del sonno. La dottoressa Carolina Lombardi, direttore del Centro di Medicina del Sonno dell’Auxologico, ha sottolineato l’importanza di identificare il russamento in modo precoce per diagnosticare eventuali problemi legati alle apnee notturne.
L’importanza della roncologia
Fabrizio Salamanca, presidente dell’AIR, ha evidenziato che la roncopatia ha iniziato a ricevere attenzione scientifica negli anni ’70 in Italia, ma per molti anni è stata poco riconosciuta nel campo medico, a causa della mancanza di tecnologie adeguate per una diagnosi precisa. Negli ultimi anni, la roncopatia è diventata uno dei temi di ricerca medica più studiati a livello globale, con un numero crescente di studi e scoperte che ne approfondiscono la comprensione. Questa condizione è multidisciplinare, coinvolgendo diverse aree mediche. L’Accademia si propone come un punto di riferimento per i professionisti che si occupano di roncopatia, promuovendo la condivisione delle conoscenze e organizzando eventi scientifici nazionali e internazionali.
Dati epidemiologici sulla roncopatia
Salamanca ha citato due studi fondamentali del 2019 che forniscono un quadro chiaro della diffusione della roncopatia. Il primo, pubblicato su Lancet Respiratory Medicine, stima che nel mondo, tra le persone di età compresa tra i 30 e i 69 anni, circa 936 milioni soffrano di roncopatia apneica, di cui 456 milioni con apnee gravi. Di questi pazienti, solo il 3% si rivolge a un medico per ricevere aiuto, e solo la metà di loro trova un professionista in grado di effettuare una diagnosi corretta. Lo studio condotto da Patrizio Armeni del Cergas SDA Bocconi ha rivelato che il 54% della popolazione adulta italiana (15-74 anni) presenta roncopatia apneica, con una prevalenza del 65% tra gli uomini. Inoltre, il costo annuale di questa patologia per l’Italia è stimato in circa 31 miliardi di euro, considerando sia i costi sanitari diretti che indiretti.
Tipologie di roncopatia e loro conseguenze
Il presidente dell’AIR ha chiarito che esistono tre principali forme di roncopatia. La prima è la roncopatia semplice, caratterizzata da un russamento continuo che, sebbene possa disturbare il partner, non compromette la qualità del sonno del russatore. La seconda è la roncopatia patologica, che non è complicata da apnee ostruttive, ma non consente un sonno ristoratore. Infine, la roncopatia apneica, che si manifesta con pause respiratorie intermittenti, è una patologia cronica che può avere gravi conseguenze, contribuendo a circa il 22% degli incidenti stradali a causa della sonnolenza diurna.
Prevalenza della roncopatia tra i generi
La roncopatia apneica colpisce prevalentemente gli uomini, con tassi di prevalenza che raggiungono il 24% rispetto al 9% delle donne. Questo divario è in parte dovuto agli effetti protettivi degli ormoni estrogeni e progesterone nelle donne in età fertile.
Innovazioni nella diagnosi e nella terapia
Le novità nel campo della roncopatia riguardano sia la diagnosi che le terapie. Una delle innovazioni più significative è la Sleep Endoscopy, un esame endoscopico condotto durante un sonno indotto farmacologicamente, che consente di identificare i punti di russamento e i siti ostruttivi delle vie aeree. In termini di trattamento, si stanno sviluppando interventi chirurgici mininvasivi, dispositivi orali sempre più efficaci e farmaci che migliorano il tono muscolare delle vie aeree e riducono la sonnolenza diurna. L’introduzione dell’intelligenza artificiale, attraverso tecniche di machine learning e deep learning, sta aprendo nuove strade per diagnosi e terapie più efficaci, sempre sotto la supervisione di professionisti qualificati.
