Sanità, il cardiologo Colivicchi: “Ai migliora le prestazioni sanitarie ovunque”

L’intelligenza artificiale migliora la diagnostica e la cura dei pazienti, ma non può sostituire l’interazione umana, secondo il cardiologo Furio Colivicchi all’evento ‘Ai Week’ di Milano.

L’uso dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario sta suscitando sempre più interesse e dibattito. Il 15 maggio 2025, durante l’evento ‘Ai Week’ tenutosi a Rho-Fiera Milano, il cardiologo Furio Colivicchi ha condiviso la sua visione sull’impatto della tecnologia nella pratica clinica. Colivicchi, che ha ricoperto ruoli di leadership in importanti associazioni mediche, ha evidenziato come l’intelligenza artificiale possa migliorare notevolmente la qualità delle prestazioni sanitarie.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella diagnostica

Furio Colivicchi ha sottolineato che i sistemi di intelligenza artificiale possono fungere da supporto fondamentale nella gestione dei percorsi dei pazienti, specialmente nella diagnostica per immagini. Secondo il cardiologo, esistono già prove scientifiche significative che dimostrano come l’AI possa ottimizzare le performance degli operatori sanitari, consentendo di identificare problemi che potrebbero sfuggire a chi non ha una vasta esperienza. Colivicchi ha affermato che la presenza dell’intelligenza artificiale non solo migliora l’efficacia diagnostica, ma garantisce anche una continuità nelle cure, un aspetto cruciale per la salute del paziente.

Inoltre, il cardiologo ha evidenziato che l’AI non deve essere vista come una minaccia per la professione medica, poiché non può sostituire l’interazione umana e la complessità della cura. La prestazione sanitaria richiede una relazione umana che l’intelligenza artificiale non è in grado di replicare. Pertanto, l’AI si configura come uno strumento utile per i clinici, piuttosto che come un sostituto.

Le preoccupazioni e le sfide future

Colivicchi ha anche affrontato le preoccupazioni riguardo alla possibilità che i pazienti possano iniziare a cercare diagnosi direttamente tramite sistemi di intelligenza artificiale, un fenomeno già osservato con l’uso di motori di ricerca come “dottor Google”. Questa tendenza potrebbe portare a una diminuzione della fiducia nei professionisti della salute e a un aumento di autodiagnosi errate. Tuttavia, il cardiologo ha rassicurato che, nonostante l’uso di strumenti digitali, il coinvolgimento di un clinico rimane essenziale.

La riflessione di Colivicchi mette in luce l’importanza di un equilibrio tra l’uso della tecnologia e la necessità di un contatto umano nella cura dei pazienti. La sua posizione è chiara: l’intelligenza artificiale è una risorsa preziosa, ma non può sostituire il giudizio e l’umanità di un medico.

Prospettive future per l’AI in sanità

L’intervento di Furio Colivicchi all’Adnkronos ha messo in evidenza i benefici tangibili che l’intelligenza artificiale può portare nel campo della salute, in particolare nella gestione delle malattie cardiovascolari. Con l’evoluzione della tecnologia, è fondamentale che i professionisti del settore sanitario si adattino e integrino questi strumenti nella loro pratica quotidiana, mantenendo sempre al centro la salute e il benessere del paziente. La sfida per il futuro sarà quella di utilizzare l’intelligenza artificiale come un alleato, piuttosto che come un rivale, affinché si possa garantire un’assistenza sanitaria di alta qualità e personalizzata.

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