Sla, il Centro Nemo di Roma dedica una nuova intitolazione a Armida Barelli

La cerimonia al Policlinico Gemelli celebra il terzo anniversario della beatificazione di Armida Barelli, cofondatrice dell’Università Cattolica, e il suo impegno per le malattie neuromuscolari.

La cerimonia che ha avuto luogo al Policlinico Gemelli di Roma il 30 aprile 2025 ha celebrato il terzo anniversario della beatificazione di Armida Barelli, cofondatrice dell’Università Cattolica, scomparsa a causa della sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Questo evento ha rappresentato un momento significativo per la comunità dei pazienti e per tutti coloro che operano nel campo delle malattie neuromuscolari.

Un tributo alla vita di Armida Barelli

Durante la cerimonia, Papa Francesco ha descritto la vita di Armida Barelli come un esempio di ascolto e accoglienza, sottolineando il legame tra ciò che si ascolta e ciò che si vive. La celebrazione è stata organizzata dal Centro Clinico Nemo Roma, situato presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, un’importante struttura per la cura delle persone affette da malattie neuromuscolari. L’intitolazione del centro è stata fortemente voluta dall’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (Aisla) e ha visto la collaborazione dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in concomitanza con il decimo anniversario del centro stesso.

La presenza delle istituzioni

L’evento ha visto la partecipazione dell’onorevole Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, la quale ha sottolineato l’importanza della figura di Armida Barelli, definendola una donna visionaria e concreta, impegnata nella difesa dei più fragili. Bellucci ha evidenziato come l’intitolazione del centro serva a ricordare i principi di cura e dignità della vita, fondamentali per il progresso della società.

La giornata ha raggiunto il culmine con lo svelamento di un ritratto della beata Barelli, collocato all’ingresso del reparto diretto da Mario Sabatelli. Il dipinto riporta una citazione significativa di Barelli, che riflette la sua resilienza e il suo spirito di servizio, offrendo conforto a chi affronta la sofferenza. Sabatelli ha rimarcato l’importanza di riconoscere che la medicina va oltre la cura della malattia, ponendo l’accento sul sollievo dalla sofferenza.

Un momento di riflessione e preghiera

La celebrazione ha proseguito con una Messa nella cappella del Policlinico, officiata da monsignor Claudio Giuliodori. Questo momento di preghiera ha unito il ricordo di Armida Barelli e di Papa Francesco, recentemente scomparso. Giuliodori ha evidenziato come la Sla colpisca profondamente le condizioni umane, ma ha anche sottolineato che la solidarietà e la fede si rafforzano nei momenti di prova. L’intitolazione del centro a Barelli è vista come un segno di speranza per tutti coloro che affrontano questa malattia.

Un’eredità duratura

Armida Barelli, nata a Milano nel 1882, ha dedicato la sua vita all’educazione delle giovani generazioni e alla creazione di opere sociali. Collaborando con padre Agostino Gemelli, ha contribuito alla fondazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e della Gioventù Femminile dell’Azione Cattolica. Il suo impegno ha lasciato un segno profondo nel panorama culturale italiano. Colpita dalla Sla nel 1949, è scomparsa nel 1952 e oggi riposa nella cappella dell’Università Cattolica.

Giuseppe Fioroni, vicepresidente dell’Istituto Toniolo di Studi Superiori, ha sottolineato come la testimonianza di Barelli continui a ispirare le nuove generazioni e chi si impegna per il bene comune. Il Centro Nemo, in particolare, si distingue per la sua attenzione nella cura delle patologie e nel supporto ai pazienti.

La giornata si è conclusa con una foto di gruppo che ha riunito pazienti, operatori sanitari e volontari, simbolo di una comunità unita nella speranza e nella solidarietà. Fulvia Massimelli, presidente nazionale di Aisla, ha commentato come la figura di Armida Barelli rappresenti un punto di riferimento per le persone affette da Sla e per chi si dedica alla cura degli altri. La sua eredità continua a vivere, offrendo un messaggio di forza e di impegno quotidiano.

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