Roma, 7 maggio 2025 – Durante un importante convegno organizzato dal MOHRE in collaborazione con l’Intergruppo Parlamentare Stili di Vita e Riduzione del Rischio, è emerso un dato allarmante: il 45% dei tumori al seno è attribuibile a un consumo di alcol inferiore ai 20 grammi al giorno. L’evento, tenutosi a Roma, ha messo in luce la crescente vulnerabilità delle giovani donne, che si trovano ad affrontare un aumento significativo di casi di cancro.
Un’analisi condotta nel 2024 dai ricercatori dell’Università di Tor Vergata ha esaminato il database USA SEER22, che raccoglie dati su 10 milioni di casi oncologici dal 2020 al 2022. I risultati hanno rivelato un incremento preoccupante di alcuni tumori tra le donne più giovani, suggerendo la necessità di una maggiore attenzione verso questa fascia di popolazione.
Un aumento significativo tra le giovani donne
L’incidenza del tumore al pancreas nelle donne tra i 18 e i 34 anni ha mostrato un incremento del 6,22%, rispetto al 4,4% registrato nei maschi della stessa età. Nella fascia di età 18-26 anni, le giovani donne hanno visto un aumento dei casi del 9,37%, mentre i maschi hanno registrato un incremento del 4,43%. Altri tumori stanno seguendo un trend simile:
- Cancro dello stomaco: +2,37% nelle donne contro –0,17% nei maschi
- Mieloma: +2,82% nelle donne contro –0,16% nei maschi
- Tumore del colon-retto: +6,18% nelle femmine contro +5,15% nei maschi (nella fascia 18-26 anni)
La Dottoressa Maria Rita Noviello, oncologa e responsabile dell’UOSD Screening Promozione della Salute e Stili di vita della ASL Roma 3, ha sottolineato come negli ultimi dieci anni si sia osservato un aumento dell’incidenza di tumori aggressivi tra i giovani, con una disparità di genere che penalizza le donne. Ha evidenziato come la riduzione del divario nel tabagismo tra i sessi abbia portato a una maggiore dipendenza tabagica tra le donne, contribuendo all’aumento della mortalità femminile per patologie correlate al fumo, come il tumore al polmone e al seno.
La crescente incidenza di alcol e fumo
La situazione è ulteriormente complicata dall’aumento del consumo di alcol tra le donne, che negli ultimi dieci anni ha assunto forme preoccupanti, come l’assunzione di alcol fuori pasto. Il Dottor Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, ha messo in guardia sui rischi legati a tale comportamento, sottolineando che il secondo bicchiere di alcol aumenta del 27% il rischio di cancro al seno. Inoltre, il consumo pesante di alcol, definito come tre o più drink al giorno, è associato a un incremento del rischio di cancro del 40-50%.
L’International Agency for Research on Cancer (IARC) ha stimato che in Italia si registrano oltre 3.200 nuovi casi di cancro al seno tra le donne, di cui 1.400 (il 45% del totale) sono causati da un consumo di alcol inferiore ai 20 grammi al giorno. Anche per quanto riguarda il fumo, i dati sono preoccupanti: nel biennio 2022-2023, il 21% dei fumatori in Italia sono donne, e una su quattro consuma più di un pacchetto al giorno.
Strategie di prevenzione e consapevolezza
Il Dottor Fabio Beatrice, direttore del Board Scientifico del MOHRE, ha evidenziato il legame tra alcol e fumo, affermando che la combinazione di queste due sostanze aumenta il rischio di tumori della testa, del collo e dell’esofago. La probabilità di sviluppare un tumore della bocca per i fumatori è sei volte maggiore rispetto ai non fumatori, ma quando l’alcol è combinato, il rischio cresce di 35 volte.
La Dottoressa Maria Rita Noviello ha proposto una diffusione della cultura della prevenzione fin dall’età scolastica, sottolineando l’importanza di campagne comunicative che promuovano stili di vita sani. Durante l’ultimo Congresso della European Society for Medical Oncology, è stato discusso l’incremento del 79,1% dei tumori a insorgenza precoce, richiamando l’attenzione su questo fenomeno.
La Presidente ANDOS Roma, Simona Saraceno, ha concluso ponendo l’accento sulle disuguaglianze sociali in ambito sanitario. Le persone nei gruppi più svantaggiati spesso ricevono diagnosi di cancro in fase avanzata, evidenziando come il gradiente socioeconomico influisca sulla consapevolezza dei fattori di rischio. Le donne, in particolare, si trovano a dover affrontare una diagnosi tardiva, con conseguenze più gravi per la loro salute.
