Due chirurghi, il primario Angelo Serao e il suo assistente James Casella, hanno condiviso la loro esperienza riguardo ai cambiamenti che hanno interessato la professione medica, evidenziando una crescente crisi di vocazione nel campo della chirurgia. La discussione è emersa dopo la diffusione di un video che mostrava un chirurgo del Policlinico Tor Vergata di Roma esprimere insulti alla sua assistente durante un’operazione. I due professionisti hanno sottolineato l’importanza di non strumentalizzare tali episodi.
Il contesto della chirurgia in Italia
Il 25 giugno 2025, Serao, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale dell’Ospedale dei Castelli e del Dipartimento Area Chirurgica dell’ASL Roma 6, ha rilasciato un’intervista all’Adnkronos Salute. Egli ha affermato che il video in questione rappresenta una “pessima strumentalizzazione” di una situazione che, sebbene non giustificabile, è comune in sala operatoria. Serao ha messo in evidenza come il clima di tensione durante interventi complessi possa portare a reazioni emotive, ma ha ribadito che ogni chirurgo ha il dovere di mantenere la professionalità. Ha raccontato di aver vissuto situazioni simili in passato, ma ha sottolineato che tali momenti vengono risolti all’interno della sala operatoria, senza bisogno di registrazioni non autorizzate.
Serao ha anche fatto un confronto tra la situazione attuale e quella del passato, quando i giovani medici affrontavano un ambiente lavorativo più ostile, con scarse opportunità di affermazione e un trattamento inadeguato, specialmente nei confronti delle colleghe. Oggi, ha affermato, la sua equipe è composta per il 50% da donne chirurgo, tutte professioniste altamente qualificate e supportate nel loro lavoro.
Le sfide della professione chirurgica
James Casella, dirigente medico di Chirurgia Generale all’Ospedale dei Castelli, ha condiviso la propria prospettiva sulla professione. Ha evidenziato come la specializzazione in Chirurgia Generale stia perdendo attrattiva per i giovani medici, a causa di vari ostacoli, tra cui il contenzioso medico-legale e le difficoltà di carriera. Casella ha raccontato di aver vissuto esperienze simili a quelle del chirurgo di Tor Vergata, ma ha sempre affrontato tali situazioni in modo costruttivo, senza mai ricorrere a comportamenti scorretti.
Entrambi i chirurghi hanno voluto chiarire che non si intende difendere il collega coinvolto nel video, ma hanno sollevato una questione più ampia riguardo alla registrazione di eventi in un ambiente di lavoro. Hanno messo in evidenza che, se si utilizzassero telecamere nascoste in qualsiasi ambito professionale, si potrebbero registrare comportamenti discutibili. La chirurgia in Italia, secondo Casella, sta attraversando una crisi di vocazione, e ciò che spinge i professionisti a continuare è la passione per il loro lavoro e la volontà di aiutare i pazienti. Entrambi esprimono preoccupazione per l’impatto che episodi come quello di Tor Vergata possono avere sull’immagine della sanità pubblica, auspicando che i cittadini mantengano la fiducia nei professionisti del settore.
