All’American Academy of Allergy Asthma & Immunology (AAAAI) di San Diego, il 11 marzo 2025, sono stati presentati risultati significativi riguardanti l’uso di tezepelumab, un anticorpo monoclonale, nel trattamento della rinosinusite cronica con poliposi nasale. Questi risultati, pubblicati sul New England Journal of Medicine, evidenziano il ruolo cruciale dell’epitelio nell’infiammazione e suggeriscono che il farmaco potrebbe rappresentare una nuova opzione terapeutica per i pazienti affetti da questa patologia.
I risultati dello studio Waypoint
Lo studio di fase 3, denominato Waypoint, ha dimostrato che l’utilizzo di tezepelumab porta a una riduzione significativa della severità dei polipi nasali. In particolare, rispetto al placebo, il farmaco ha mostrato una diminuzione della dimensione totale dei polipi nasali di -2.07 e una riduzione della congestione nasale di -1.03 dopo 52 settimane di trattamento. Questi miglioramenti sono stati osservati già nelle prime settimane e si sono mantenuti per tutta la durata dello studio. Inoltre, l’analisi ha rivelato una diminuzione del 98% nella necessità di interventi chirurgici e dell’88% nell’uso di corticosteroidi sistemici, sempre rispetto al placebo.
L’importanza del trattamento per la qualità della vita
Il dottor Eugenio De Corso, membro della commissione Euforea, ha sottolineato che la rinosinusite cronica con poliposi nasale colpisce circa il 4% della popolazione, causando sintomi persistenti che influenzano negativamente la qualità della vita dei pazienti. L’infiammazione persistente nella mucosa nasale porta alla formazione di polipi, che causano ostruzione e congestione. I risultati dello studio Waypoint dimostrano che tezepelumab potrebbe ridurre drasticamente la necessità di interventi chirurgici e migliorare il controllo dei sintomi infiammatori.
Meccanismo d’azione di tezepelumab
Tezepelumab agisce inibendo la linfopoietina timica stromale (TSLP), una citochina che gioca un ruolo chiave nell’attivazione della risposta infiammatoria. Questo farmaco, attualmente approvato per il trattamento dell’asma grave in diversi paesi, è l’unico della sua categoria disponibile per il trattamento delle malattie infiammatorie delle vie respiratorie. La sua approvazione per l’uso in rinosinusite cronica con poliposi nasale rappresenterebbe un passo significativo nella cura di una patologia complessa e debilitante.
La connessione tra rinosinusite e asma
Il professor Giorgio Walter Canonica ha evidenziato che le patologie respiratorie come l’asma e la rinosinusite cronica con poliposi nasale sono spesso interconnesse, con molti pazienti che presentano sintomi di entrambe le condizioni. In Italia, si stima che circa 300.000 persone soffrano di asma grave, di cui il 40% presenta anche rinosinusite. La coesistenza di queste malattie può portare a sintomi più gravi e a un aumento del rischio di riacutizzazioni.
Impegno nella ricerca e sviluppo
AstraZeneca, l’azienda produttrice di tezepelumab, ha ribadito il suo impegno nella ricerca per comprendere meglio i meccanismi biologici delle malattie infiammatorie. La dottoressa Raffaela Fede, direttore medico di AstraZeneca Italia, ha dichiarato che i risultati dello studio Waypoint rappresentano un’importante evoluzione nella terapia per i pazienti con rinosinusite cronica con poliposi nasale, una condizione che colpisce un numero significativo di persone affette da asma grave. Con l’intenzione di introdurre nuove opzioni terapeutiche, AstraZeneca punta a migliorare la qualità della vita dei pazienti e a modificare l’andamento delle patologie respiratorie.
