Trapianto straordinario a Palermo: una madre di 77 anni regala un rene alla figlia

Una donna di 77 anni dona un rene alla figlia affetta da insufficienza renale, segnando un’importante tappa nei trapianti da donatori viventi in Italia.

La storia di una donna di 77 anni, che ha compiuto un gesto straordinario donando un rene alla propria figlia, ha catturato l’attenzione in Italia. Questo evento, avvenuto il 21 maggio 2025 all’Ismett-Upmc di Palermo, segna un’importante tappa nel campo dei trapianti da donatori viventi, evidenziando il coraggio e la determinazione di una madre pronta a tutto per alleviare le sofferenze della propria discendente.

Un gesto d’amore

La donna, identificata come Teresa, ha affrontato con grande determinazione la decisione di donare un rene alla figlia, Rosa, affetta da insufficienza renale cronica. Teresa ha dichiarato: “Quando ho saputo che potevo donare il rene a mia figlia, non ho avuto alcun dubbio. Ho potuto fare questo intervento perché il mio corpo, il mio fisico, non ha problemi particolari, e posso dire che lo rifarei: grazie a questo gesto ho potuto alleviare le sofferenze di mia figlia”. La donazione, che ha avuto luogo in un contesto altamente specializzato, rappresenta un caso eccezionale, rendendo Teresa una delle donatrici più anziane in Italia.

L’intervento chirurgico

L’intervento, effettuato presso l’Ismett di Palermo, ha messo in evidenza l’importanza della donazione da vivente come opzione terapeutica efficace anche in età avanzata. Secondo quanto dichiarato dai medici dell’ospedale, la selezione accurata dei donatori e l’impiego di tecniche chirurgiche all’avanguardia sono stati fondamentali per il successo dell’operazione. Barbara Buscemi, responsabile medico del programma di trapianto di rene dell’Ismett-Upmc, ha sottolineato che “non conta l’età anagrafica, ma l’età biologica”. Teresa ha avuto un decorso post-operatorio regolare, tanto da alzarsi già il giorno successivo all’intervento e ricevere le dimissioni in tempi rapidi.

La nefrectomia laparoscopica, tecnica utilizzata per il trapianto, ha permesso di ridurre i tempi di recupero e limitare le complicazioni post-operatorie. La donatrice ha affrontato un rigoroso processo di valutazione pre-operatoria, tenendo conto della sua età, per garantire la massima sicurezza.

I trapianti da donatori viventi in Italia

Rosa, la figlia di Teresa, ha raccontato la sua esperienza, spiegando che era iscritta in lista d’attesa per un trapianto da donatore deceduto, ma le sue condizioni stavano peggiorando. “Mia madre, a un certo punto, si è detta disposta a donarmi il rene. All’inizio ero preoccupata, speravo mi chiamassero per un trapianto da cadavere, ma poi mi sono affidata ai miei medici ed è andato tutto bene”.

Il programma di trapianto da donatore vivente dell’Ismett-Upmc è attivo dal 1999 e rappresenta una delle principali attività chirurgiche del centro. Duilio Pagano, responsabile chirurgico del programma, ha evidenziato l’importanza di percorsi di cura e gestione delle complicanze, che consentono dimissioni protette in tempi brevi.

Secondo i dati del Centro Nazionale Trapianti, tra il 2002 e il 2022 sono stati effettuati in Italia 4.599 trapianti di rene da donatore vivente, con tassi di sopravvivenza dei pazienti del 98,7% a un anno e del 96,8% a cinque anni dal trapianto. Studi clinici hanno dimostrato che l’età del donatore vivente non influisce significativamente sulla durata del trapianto, con sopravvivenze a dieci anni superiori al 74% anche per donatori oltre i 60 anni.

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