Oggi, 2 dicembre 2025, Roma ospita la terza edizione del Clinical Research Course, un evento di rilevanza internazionale organizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) in collaborazione con l’American Society of Clinical Oncology (ASCO). Questo corso rappresenta un’importante opportunità per i giovani ricercatori di approfondire la metodologia delle sperimentazioni cliniche, contribuendo così alla crescita della ricerca oncologica nel nostro Paese.
Progressi nella ricerca oncologica in Italia
Negli ultimi dieci anni, l’Italia ha registrato un significativo miglioramento nella prevenzione e nel trattamento del cancro, con una diminuzione del 15% dei decessi per tumore tra il 2011 e il 2021. Questo risultato supera la media dell’Unione Europea, che ha visto un calo del 12%. Negli Stati Uniti, la mortalità per tumori è calata del 34% dal 1991 al 2022, evitando circa 4,5 milioni di decessi. Questi dati pongono l’Italia tra le prime cinque nazioni al mondo per la qualità della ricerca oncologica, come evidenziato da Francesco Perrone, presidente nazionale dell’AIOM. Perrone sottolinea l’importanza di un sostegno adeguato da parte delle istituzioni per mantenere e accrescere questa posizione di eccellenza.
L’AIOM, attraverso il Clinical Research Course, si propone di fornire ai partecipanti gli strumenti necessari per comprendere e implementare la metodologia delle sperimentazioni cliniche, dalla fase I fino agli studi post-marketing. Questo approccio mira a garantire che la ricerca oncologica italiana continui a progredire e a rimanere competitiva a livello internazionale. L’associazione si impegna anche a sostenere i ricercatori provenienti da paesi a reddito medio-basso, coprendo le spese di viaggio per alcuni di loro.
Criticità e opportunità nella sperimentazione clinica
Il Regolamento europeo n.536 del 2014 ha stabilito tempi di autorizzazione per gli studi clinici variabili tra 60 e 106 giorni. Tuttavia, nonostante queste nuove normative, l’iter di approvazione delle sperimentazioni in Italia rimane più lungo rispetto alla media europea, a causa di procedure burocratiche che ritardano l’attivazione dei centri di ricerca. Nel 2023, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato 212 trial oncologici, ma il numero di sperimentazioni è in calo del 5,2% rispetto all’anno precedente. Massimo Di Maio, presidente eletto dell’AIOM, evidenzia che la carenza di professionisti dedicati e i ritardi nei processi di approvazione stanno spingendo molti studi verso paesi con normative più favorevoli.
La migrazione delle sperimentazioni cliniche verso nazioni più attrattive è una tendenza preoccupante, poiché molte situazioni cliniche richiedono la partecipazione a trial per offrire le migliori opzioni terapeutiche. Di Maio sottolinea che è fondamentale migliorare l’efficienza delle procedure per mantenere l’attrattività dell’Italia come sede di ricerca.
Innovazioni nella ricerca oncologica
Un cambiamento significativo nella ricerca oncologica riguarda l’abbandono del modello istologico tradizionale, che si basa sull’organo di origine del tumore. Giuseppe Curigliano, membro del direttivo nazionale dell’AIOM, spiega che si sta affermando un nuovo approccio mutazionale, che si concentra sulle alterazioni genetiche dei tumori, indipendentemente dalla loro sede. Questo nuovo paradigma rappresenta una rivoluzione nel campo della terapia oncologica, permettendo una profilazione genomica più accurata e mirata.
Nel 2025, negli Stati Uniti si stimano oltre 2 milioni di nuovi casi di cancro, mentre in Italia si prevedono circa 390.100 casi nel 2024. Saverio Cinieri, presidente della Fondazione AIOM, segnala un aumento preoccupante delle diagnosi tra donne e giovani adulti, con tassi di incidenza in crescita tra le donne di età compresa tra i 50 e i 64 anni. Questo fenomeno è particolarmente evidente per il carcinoma polmonare, che sta diventando sempre più comune tra le donne.
In Italia, i dati indicano un incremento dei casi di cancro tra i giovani, associato a fattori di rischio come sedentarietà, dieta scorretta e consumo di alcol. È fondamentale promuovere stili di vita sani, che possono prevenire fino al 40% dei casi di tumore, mentre continuano le ricerche su altri potenziali fattori di rischio, come inquinanti ambientali e additivi alimentari.
