La questione della prevenzione oncologica in Italia continua a sollevare preoccupazioni significative. Secondo quanto dichiarato da Andos Onlus, l’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno, il recente rifiuto del Parlamento di estendere la fascia d’età per l’accesso gratuito agli screening per il tumore al seno rappresenta un’opportunità mancata. Questo provvedimento, che avrebbe potuto salvare vite e ridurre i costi per il Servizio Sanitario Nazionale, non ha trovato attuazione a causa di una carenza di risorse finanziarie, contribuendo così a creare ulteriori disuguaglianze.
Le dichiarazioni di Andos Onlus
Flori Degrassi, presidente nazionale di Andos, ha evidenziato come il provvedimento fosse sostenuto da diverse forze politiche. Tuttavia, la sua mancata approvazione ha dimostrato di essere una promessa non mantenuta. Degrassi ha messo in luce la mancanza di adeguate risorse economiche, sottolineando che la situazione sanitaria in Italia è caratterizzata da forti disparità. Solo sei regioni hanno attivato autonomamente programmi di screening per una platea più ampia di donne, il che ha generato una marcata disequità territoriale nell’accesso alle cure.
Le conseguenze della mancanza di screening
La limitata disponibilità di screening per il carcinoma mammario ha ripercussioni dirette sulla salute delle donne italiane. La presidente di Andos ha richiesto un impegno concreto e duraturo da parte delle istituzioni per garantire una prevenzione oncologica efficace e accessibile a tutte. È fondamentale che le scelte politiche siano basate su evidenze scientifiche e mirate a garantire equità nell’accesso ai servizi sanitari. La richiesta di Andos è chiara: i programmi di screening devono essere estesi a tutte le regioni senza ulteriori ritardi.
Giustizia sociale e diritto alla salute
La questione della prevenzione oncologica non è solo una questione di salute, ma anche di giustizia sociale. Il diritto alla salute deve essere garantito a tutte le cittadine, indipendentemente dalla regione in cui risiedono. L’auspicio è che le istituzioni italiane possano finalmente adottare misure concrete per affrontare questa problematica, per il bene di tutte le donne e della salute pubblica nel suo complesso.
