Tumori, Fmp: “Il 30% è curabile grazie ai biomarcatori, necessaria la profilazione genomica”

Il convegno a Roma sull’oncologia di precisione discute progressi, sfide e l’importanza dei Molecular Tumor Board per garantire accesso equo a terapie mirate e innovative.

Oggi, 15 gennaio 2025, si svolge a Roma il convegno Italian Summit On Precision Medicine, organizzato dalla Fondazione per la medicina personalizzata. Questo evento internazionale riunisce oltre 150 esperti del settore, con l’obiettivo di discutere i progressi e le sfide legate all’oncologia di precisione.

Il contesto dell’oncologia di precisione

Attualmente, più del 30% dei pazienti affetti da tumori in fase avanzata ha la possibilità di ricevere terapie mirate basate su biomarcatori, che rappresentano alterazioni genetico-molecolari specifiche. Questa percentuale è destinata ad aumentare grazie ai continui sviluppi nella ricerca oncologica e al nuovo paradigma dell’oncologia di precisione. Quest’ultimo si fonda sul modello mutazionale, in cui la firma genomica del tumore assume un’importanza preminente rispetto all’organo di origine. Per implementare efficacemente questo approccio, è fondamentale l’uso di test di profilazione genomica estesa. Questi test, come il Next Generation Sequencing (Ngs), consentono di analizzare fino a 500 geni con un unico esame. Inoltre, è necessario il coinvolgimento dei Molecular Tumor Board (Mtb), che valutano il significato biologico e clinico delle alterazioni identificate, indirizzando i pazienti verso terapie appropriate, inclusi farmaci a bersaglio molecolare e immunoterapia.

Tuttavia, in Italia, solo il 2% delle biopsie oncologiche viene analizzato tramite Ngs, rispetto a una media europea del 10%. Attualmente, solo 12 dei 21 sistemi sanitari regionali hanno attivato un Mtb unico regionale. La creazione di una rete strutturata di Mtb, in sinergia con le reti oncologiche regionali e un centro di coordinamento nazionale, è cruciale per garantire l’efficacia del modello mutazionale.

Le sfide dell’accesso alle terapie

Paolo Marchetti, presidente della Fondazione per la medicina personalizzata e direttore scientifico dell’Idi-Irccs di Roma, sottolinea che il modello mutazionale rappresenta una sfida per l’oncologia, poiché offre nuove strategie terapeutiche legate a percorsi scientifici e regolatori innovativi. È essenziale garantire l’uguaglianza di accesso alle terapie per tutti i pazienti. A differenza del modello istologico, dove i farmaci sono approvati e rimborsati dalle autorità competenti, il modello mutazionale si concentra su pazienti con malattia metastatica, per i quali le terapie convenzionali non sono efficaci. Questi pazienti potrebbero beneficiare di trattamenti mirati basati su specifiche mutazioni, ma spesso tali terapie non sono supportate da evidenze scientifiche consolidate, creando difficoltà nell’accesso alle cure.

I farmaci vengono prescritti dal Molecular Tumor Board dopo la profilazione genomica di pazienti metastatici. Tuttavia, molti di questi trattamenti risultano off-label o non autorizzati, complicando ulteriormente l’accesso e la copertura economica delle terapie.

Il ruolo dei Molecular Tumor Board

Giuseppe Curigliano, presidente eletto della Società europea di oncologia medica (Esmo) e professore di oncologia medica all’Università degli Studi di Milano, evidenzia l’importanza di accelerare l’istituzione dei Molecular Tumor Board in Italia. Questi organismi sono fondamentali per sfruttare le potenzialità dell’oncologia mutazionale. L’analisi dei risultati della profilazione genomica richiede competenze multidisciplinari, coinvolgendo oncologi, anatomopatologi, biologi molecolari, genetisti, farmacologi clinici e altri professionisti.

Attualmente, gli Mtb sono stati istituiti solo in alcune regioni, creando disparità nella definizione dei pazienti da sottoporre a profilazione e nelle modalità di copertura economica delle terapie proposte. Un obiettivo cruciale è la condivisione di dati genomici uniformi attraverso la Piattaforma genomica nazionale, che potrebbe facilitare l’accesso alle terapie innovative e migliorare la pratica clinica.

Biomarcatori e innovazione terapeutica

Andrea Botticelli, oncologo medico presso il Policlinico Umberto I della Sapienza Università di Roma, afferma che i biomarcatori rappresentano le caratteristiche genetico-molecolari dei tumori necessarie per definire la terapia personalizzata. L’oncologia di precisione si basa sull’individuazione di alterazioni genetico-molecolari che guidano la crescita tumorale, permettendo l’impiego di farmaci specifici per inibire selettivamente le cellule tumorali.

Negli ultimi anni, la ricerca sulla genomica delle neoplasie ha portato a risultati significativi, cambiando l’approccio alla gestione del cancro. Il modello mutazionale amplia il numero di pazienti che possono beneficiare di terapie specifiche, a differenza della medicina tradizionale che si basa su fattori predittivi di risposta.

La Legge n. 233 del 29 dicembre 2021, insieme al Decreto ministeriale attuativo pubblicato il 16 agosto 2023, ha stabilito la creazione di una rete di Mtb in collaborazione con le reti oncologiche regionali, nonché centri per l’esecuzione dei test Ngs. Tuttavia, Marchetti sottolinea che l’attuazione di queste norme è ancora incompleta.

Nella pratica clinica, sono raccomandati due approcci distinti per l’uso di Ngs. In alcune neoplasie, come i tumori del polmone, è suggerito l’impiego di pannelli per l’analisi di un numero limitato di biomarcatori, mentre per altre neoplasie senza bersagli noti, è consigliata la profilazione genomica estesa. Questo approccio può rivelarsi utile per pazienti con tumori solidi avanzati che hanno esaurito le terapie standard, permettendo loro di accedere a studi clinici o farmaci in fase di approvazione tramite i Molecular Tumor Board.

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