Uno studio rivela l’efficacia della Biodermogenesi nel trattamento delle cicatrici di guerra

Il congresso SIME 2025 presenta i risultati del progetto ‘Mission to Kiev’, dedicato alla cura dei feriti di guerra ucraini attraverso la metodologia Biodermogenesi.

A poco più di un anno dalla presentazione del progetto ‘Mission to Kiev’, il congresso della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME 2025) ha visto la presentazione dei risultati iniziali relativi a un’iniziativa dedicata ai feriti di guerra ucraini. Il 15 marzo 2025, presso il centro congressi a Roma, il dottor Yehor Kolodchenko, proveniente da Kiev, ha condiviso i dati ottenuti nella cura di pazienti affetti da cicatrici gravi utilizzando la metodologia Biodermogenesi di RigeneraDerma. Lo studio, pubblicato su PubMed, ha coinvolto 67 pazienti, tra cui 15 bambini, 26 donne e 26 uomini, e ha evidenziato risultati positivi sia in termini estetici che funzionali.

Dal febbraio 2022 fino al 31 dicembre 2024, la UN Human Rights Office ha registrato almeno 28.382 civili feriti in Ucraina, di cui 1.833 bambini, con la preoccupazione che i numeri reali possano essere significativamente più elevati. Le ferite più comuni sono quelle da ustione, causate dall’intenso calore generato dalle esplosioni, che colpisce principalmente le aree del corpo non protette da indumenti, come mani, viso e collo.

Il progetto rigeneraderma e l’estensione a mission to kiev

Il progetto RigeneraDerma è nato con l’intento di fornire cure gratuite a donne vittime di violenza, ma ha successivamente ampliato la sua portata per includere anche militari e civili feriti durante il conflitto in Ucraina. Questa iniziativa dimostra un impegno costante verso pazienti vulnerabili, spesso trascurati dalla medicina tradizionale. Molti feriti di guerra si trovano a dover affrontare non solo le cicatrici fisiche, ma anche gravi difficoltà relazionali e professionali a causa delle loro condizioni, compromettendo la loro indipendenza economica.

Il progetto è frutto dell’idea di Maurizio Busoni, professore del Master in Medicina Estetica delle Università di Barcellona e Camerino, e gode del patrocinio dell’Università di Verona, con il supporto di esperti come il professor Andrea Sbarbati e l’ingegner Sheila Veronese, oltre al professor Francesco D’Andrea dell’Università Federico II di Napoli. Il dottor Kolodchenko, presidente dell’Associazione di Medicina Laser e Cosmetologia di Kiev, ha giocato un ruolo fondamentale nel progetto.

Esperienze positive e protocolli terapeutici

La metodologia Biodermogenesi ha dimostrato di essere efficace nella terapia delle ustioni e delle cicatrici, permettendo lo sviluppo di protocolli specifici per le cicatrici di guerra, che risultano generalmente più complesse rispetto a quelle in contesti civili. L’azienda ha sottolineato che le cicatrici di guerra presentano sfide uniche a causa dei composti chimici associati a proiettili ed esplosivi, che possono aggravare le lesioni cutanee. Spesso, i pazienti amputati devono affrontare ulteriori interventi chirurgici su tessuti precedentemente considerati sani.

Maurizio Busoni ha evidenziato che, nonostante la storia umana sia segnata da conflitti, finora non si era prestata sufficiente attenzione alla cura delle cicatrici dei sopravvissuti. Attualmente, non esiste un protocollo terapeutico convalidato, né una scala di valutazione per misurare il danno causato da queste cicatrici. Da qui è nata l’idea di studiare le cicatrici di guerra e le loro conseguenze, come gravi dermatiti e potenziali tumori cutanei, portando alla creazione della Powasas (Patient and Observer WAr Scar Assessment Scale), una scala di valutazione adottata per Mission to Kiev.

Risultati e prospettive future

La scala Powasas, sviluppata da Busoni e Kolodchenko, è stata validata attraverso l’esperienza acquisita nel trattamento delle cicatrici di guerra negli ultimi 14 mesi. Questa scala offre un metodo concreto per valutare la gravità delle cicatrici e sarà pubblicata su una rivista scientifica di rilevanza. I risultati ottenuti saranno oggetto di una pubblicazione specifica, con l’intento di condividere il protocollo terapeutico con altre zone colpite da conflitti.

Secondo il rapporto dell’ONG Armed Conflict Location and Event Data (ACLED), i conflitti sono attivi in diverse regioni del mondo, tra cui Ucraina, Israele, Gaza, Cisgiordania, Libano, Sudan e Yemen. L’esperienza del dottor Kolodchenko si rivela sempre più cruciale, rappresentando una terapia la cui efficacia è documentata e validata.

Il dottor Kolodchenko ha sottolineato l’importanza del trattamento indolore e non invasivo della Biodermogenesi, evidenziando come questo approccio migliori davvero le condizioni della pelle senza effetti collaterali. Maurizio Busoni ha espresso soddisfazione per i risultati ottenuti, sottolineando che il protocollo terapeutico per le cicatrici di guerra rappresenta una sfida importante e che i progressi ottenuti possono davvero migliorare la qualità della vita di molte persone, non solo in Ucraina ma anche in altri contesti di conflitto nel mondo.

Condivi su: