Vaiolo delle scimmie: in Italia registrato il primo caso del clade Ib da un viaggio in Tanzania

L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala 6.823 casi di Mpox e 16 decessi, con il primo caso in Italia attribuito al clade Ib Mpxv dopo un viaggio in Tanzania.

A livello globale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha comunicato l’emergere di 6.823 casi di Mpox e 16 decessi legati a questa malattia. L’annuncio è stato fatto il 3 luglio 2025, evidenziando la crescente preoccupazione per la diffusione di questa patologia.

Il primo caso di mpox in Italia

In Italia, è stato confermato il primo caso di Mpox, noto anche come vaiolo delle scimmie. Questo caso è attribuito al clade Ib Mpxv, considerato più pericoloso a causa della sua maggiore letalità e trasmissibilità da persona a persona. Il soggetto colpito è un uomo adulto, che ha recentemente viaggiato in Tanzania. La notizia è stata rivelata dall’Oms nel suo 54esimo rapporto sull’epidemia multinazionale di Mpox. Tale rapporto include aggiornamenti sulla situazione epidemiologica globale fino al 31 maggio 2025, con un focus particolare sulla situazione in Africa al 22 giugno e sulle risposte operative al 26 giugno.

L’analisi dell’Oms ha messo in evidenza che, a livello mondiale, i casi di Mpox sono stati registrati in 49 paesi e il tasso di letalità è attualmente fissato allo 0,2%. La diffusione della malattia è diventata un tema centrale per le autorità sanitarie, che monitorano attentamente l’evoluzione della situazione.

Situazione epidemiologica e misure di contenimento

L’Oms ha sottolineato che la trasmissione comunitaria del clade Ib Mpxv rimane limitata principalmente ai paesi dell’Africa centrale e orientale. In particolare, in Sierra Leone, si osserva un costante calo della tendenza epidemica, sebbene sia necessario interpretare con cautela i dati recenti a causa di ritardi nella segnalazione.

All’inizio di giugno 2025, l’Oms ha dichiarato che l’Mpox continua a essere considerato un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale (Pheic), come annunciato dal direttore generale dell’Organizzazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Questa classificazione implica che le autorità sanitarie di tutto il mondo devono rimanere vigili e pronte a rispondere a eventuali focolai.

Le misure di prevenzione e controllo sono al centro delle strategie adottate per limitare la diffusione della malattia. La collaborazione tra i vari paesi e le organizzazioni sanitarie è fondamentale per affrontare questa sfida globale e garantire che le informazioni siano diffuse in modo efficace e tempestivo.

Le autorità sanitarie italiane, in particolare, stanno seguendo con attenzione l’evoluzione della situazione, adottando protocolli di monitoraggio e comunicazione per informare la popolazione sui rischi e sulle modalità di prevenzione del contagio.

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