Il fenomeno delle vasculiti, malattie rare e poco conosciute che interessano i vasi sanguigni, continua a destare preoccupazione in Italia. Queste patologie, che provocano infiammazione e colpiscono vari organi, hanno registrato oltre 36 mila ricoveri negli ultimi dieci anni. I dati sono stati presentati oggi, 15 maggio 2025, durante un evento a Roma in occasione della Giornata mondiale delle vasculiti, che si celebra domani. L’incontro ha visto la partecipazione di esperti del settore e rappresentanti istituzionali, con l’obiettivo di analizzare le disparità di accesso alle cure e i costi sostenuti dal Servizio sanitario nazionale nella gestione di queste malattie.
La situazione attuale delle vasculiti in Italia
Le vasculiti rappresentano un gruppo eterogeneo di patologie autoimmuni, la cui incidenza è in crescita. Ogni anno, si stima che tra 20 e 40 persone su milione vengano colpite, con variazioni significative a seconda della tipologia. Le vasculiti Anca-associate (Aav) sono tra le forme più comuni e sono di interesse prevalentemente reumatologico e nefrologico. Luca Quartuccio, professore associato di Reumatologia all’Università di Udine, ha spiegato che queste malattie presentano manifestazioni cliniche diverse, ma condividono la presenza di autoanticorpi Anca diretti contro specifici antigeni nei neutrofili, un tipo di globuli bianchi.
Federico Alberici, direttore della UO di Nefrologia all’Università degli studi di Brescia, ha evidenziato che il tasso di mortalità per i pazienti affetti da Aav è 2,3 volte superiore rispetto alla popolazione generale. L’incidenza annuale globale di Aav si attesta tra 1 e 3 casi ogni 100 mila persone, mentre la prevalenza è compresa tra 5 e 42 casi ogni 100 mila. La complessità di queste patologie porta spesso a ritardi diagnostici, con un tempo medio stimato di sei mesi tra l’esordio dei sintomi e la diagnosi finale per circa il 60% dei pazienti.
Le sfide dei pazienti affetti da vasculiti
Ruben Collet, presidente dell’Associazione Aiva, ha condiviso la propria esperienza come paziente affetto da Aav, sottolineando le difficoltà che molti affrontano nel ricevere una diagnosi corretta. Collet ha messo in evidenza come i ritardi siano spesso causati dalla scarsa presenza e dalla distribuzione disomogenea dei centri di riferimento sul territorio nazionale. L’associazione si impegna a migliorare l’accesso ai centri specializzati e a promuovere la formazione dei medici per garantire diagnosi più rapide e accurate.
Il documento presentato oggi, basato sui dati delle Schede di dimissione ospedaliera del Ministero della Salute, evidenzia l’impatto significativo delle vasculiti sul Servizio sanitario nazionale. I pazienti affetti da Granulomatosi con poliangioite (Gpa) hanno avuto in media 6,9 ricoveri ciascuno, mentre quelli con Poliangioite microscopica (Mpa) hanno registrato 8,7 ricoveri. L’alta mobilità interregionale dei pazienti, spesso in cerca di cure in diverse regioni, ha comportato costi aggiuntivi di oltre 4 mila euro per ogni singolo paziente.
L’importanza del coordinamento nella gestione delle vasculiti
Il Senatore Orfeo Mazzella, co-coordinatore dell’Intergruppo parlamentare Malattie Rare e Oncoematologiche, ha espresso il suo sostegno all’Associazione Aiva e ha sottolineato l’importanza di incontri come quello di oggi per ascoltare direttamente i bisogni dei pazienti. Mazzella ha proposto un emendamento per istituire un’unica procedura di acquisto per i farmaci orfani, con l’obiettivo di garantire un accesso tempestivo e omogeneo alle cure per i pazienti rari su tutto il territorio nazionale. La necessità di un maggiore coordinamento dell’assistenza a livello nazionale è quindi cruciale, per garantire equità e qualità nella presa in carico dei pazienti affetti da Aav.
